DOPO SETTE ANNI di purgatorio, con la piccola tribuna del Quotidiano del Sud, Roberto Napoletano non vedeva l’ora di tornare in pista e ha cercato una partenza lanciata.
All’esordio non ha incontrato la redazione e ci vorrà sicuramente tempo perché faccia conoscere il suo piano editoriale, che ad esempio il suo predecessore Francesco De Core, pur avendo avuto quasi due anni di
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Nord e le ingiustizie che subisce dal governo centrale. Deve cambiare, ha scritto nell’editoriale di esordio, “la narrazione del nostro Sud”. Le condizioni geopolitiche attuali - ha spiegato - “hanno spezzato i fili dell’asse Est-Ovest e rilanciato l’asse Sud-Nord con il Mediterraneo al centro” e Napoli al centro del Mediterraneo.
Il secondo è interno al gruppo Caltagirone. Bisogna smetterla con un primo dorso del giornale che copia pedissequamente le pagine del Messaggero. Ogni giorno, se possibile, le pagine 2 e 3 devono avere un Primo piano costruito in autonomia sul fatto più importante.
Il terzo messaggio. In attesa di un intervento meditato e profondo sulla grafica, i titoli devono da subito acquistare una maggiore visibilità e ha cominciato dal primo giorno utilizzando per l’apertura del quotidiano un maiuscoletto nuovo per il Mattino.
Come si vede, tanta buona volontà che sarà costretta a misurarsi con l’organico di cui dispone il giornale che conta oggi poco più di quaranta redattori di cui soltanto quattro assegnati all’Area globale che cura il primo dorso (con il capo Gianni Molinari, ci sono Corrado Castiglione, Lorenzo Calò e Marco Esposito) e che difficilmente potranno uscire, scrivere e cucinare le tante pagine da coprire.
Al primo impatto per molti redattori l’impressione su Napoletano è stata |