Pinelli, le scuse
di Achille Serra

IL 15 FEBBRAIO del 2022, durante la trasmissione ‘Quante storie’ in onda su Rai 3 l’ex questore di Milano Achille Serra dichiarò: “Quando Pinelli si buttò giù dalla finestra Calabresi era in un’altra stanza”. Per dare forza alle sue parole citava le conclusioni dell’inchiesta del giudice Gerardo D’Ambrosio che invece aveva chiaramente escluso il suicidio. Serra rilanciava così la tesi della morte volontaria del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli smentita da tutte le indagini e le ricostruzioni della vicenda tragica avvenuta al quarto piano della questura di Milano il

15 dicembre del 1969, tre giorni dopo la strage con 17 morti e 88 feriti causata dalla bomba esplosa a Milano, alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana.
Per le parole di

Giuseppe Pinelli e Achille Serra

Serra Giorgio Zanchini, che conduceva il programma Rai si scusò con la vedova Licia Pinelli e con le figlie Silvia e Claudia e aggiunse che l’affermazione dell’ex questore “non rispecchia la verità processuale e non rispecchia il mio pensiero, né quello della redazione”.
Dopo la trasmissione la famiglia di Giuseppe Pinelli, assistita dall'avvocato Ettore Zanoni, ha querelato Serra che, con una lettera ai giornali, aveva cercato di correggere il tiro scrivendo: “mi scuso sinceramente, mai voluto entrare nel merito della questione, non ho dato sufficiente attenzione alla memoria di Pinelli”.
Le scuse non hanno convinto il gip che lo ha rinviato a giudizio per diffamazione. La prima udienza si è svolta lo scorso 17 gennaio. La seconda due settimane più tardi. Il 5 aprile è arrivata la sentenza firmata dal giudice della III penale Fabiola Colombo con una transazione tra le parti che comprende anche le scuse di Serra.
Resta da segnalare che del processo davanti al tribunale di Milano non ha scritto nessuno, nonostante la notorietà di Serra, questore prefetto e poi deputato e senatore della Repubblica, con l’apprezzabile eccezione del giornalista Mario Consani, per decenni cronista di giudiziaria del Giorno e ora collaboratore delle pagine milanesi di Repubblica.