È la stoffa del cavallo di razza che viene prepotentemente fuori. Il cronista prestato alla politica, senza che alcuno ne avesse fatto richiesta, si rimbocca le maniche per compiere l’ennesima missione.
Francesco Emilio Borrelli, assessore provinciale per volontà del popolo e praticante a Teleregione alla scuola del direttore editoriale Giovanni Lucianelli, sapeva che c’era da faticare per realizzare l’impresa. E specialmente quando i sondaggi hanno cominciato ad oscillare in maniera capricciosa nelle proiezioni delle preferenze, lui ha chiamato a raccolta i fedelissimi dell’happy hour e guardandoli fisso negli occhi ha pronunciato lentamente la frase che tutti aspettavano di sentire: Yes, we can.
Mc Cain, quella vecchia sagoma di John, veterano di mille battaglie, stava risalendo la china e c’era da dare una mano all’amico Obama. Così, in quattro e quattr’otto, Borrelli prende Barack e burattini e trasferisce il comitato elettorale al Gambrinus in piazza Trieste e Trento.
Per l’occasione si sottopone a una lampada abbronzante tripla, segnale certo di una scelta di campo pro-Obama (intuizione felice, giacché lo stesso Berlusconi, rinomato maestro di bon ton e diplomazia, definirà poi il nuovo presidente degli Usa “bello e abbronzato”: E se storcete il naso meritate anche voi, come giustamente ha chiarito il Cavaliere, la qualifica di ‘imbecille’).
Basta ora divagare, se no perdiamo di vista l’assessore: Borrelli raccoglie intorno ad un tavolo di tartine i migliori analisti politici disponibili sulla piazza rubandoli alla concorrenza dell’infido Bruno Vespa. Ed eccoli qui, a decifrare dati e interpretare gli auspici leggendo i fondi di bicchieri di Cuba libre e piatti semivuoti di caprese.
Ma come è labile e capricciosa la gloria a questo mondo: c’è Tommaso Pellegrino, sei mesi fa segretario della Commissione Antimafia, oggi presidente dell’associazione giovani chirurghi campani; c’è Luigi Crespi, ex sondaggista caro al Cavaliere e oggi caduto in disgrazia. C’è poi Ottavio Lucarelli, presidente dei giornalisti della Campania. Non mancano gli imprenditori che più di altri in questi ultimi anni hanno visto lievitare la statura politica dell’assessore: c’è Vincenzo De Pompeis, segretario del sindacato dei locali da ballo, c’è Ottorino
Mattera, imprenditore del settore turistico, c’è Sergio Miccù, presidente dei pizzaioli napoletani, ci sono Antonio e Arturo Sergio, patron del Gambrinus.
E c’è anche, a scanso di equivoci, Cesare Falchero, patron dell’ex parco zoo di Napoli e dell’Edenlandia (scritto così nel comunicato per far capire a Barack che il sostegno gli arriva proprio da Napoli).
Manca Alfonso Pecoraro Scanio, attaccato al telefono a Roma in attesa di un invito a Porta a Porta. Ma i segnali ci sono tutti: e se l’Ohio “tiene”, a sorpresa viene conquistata anche la Virginia. È fatta. Ci si può anche rilassare e lasciarsi andare. Ma non eccessivamente. Benedetto XVI è già oltre gli ottanta : altri cento con buona salute. Ma poi ci sarà da gestire un conclave. Eventualmente al Sistina.
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