Ruffo, condanna
da trentamila €

DOPO CINQUE ANNI arriva la sentenza di primo grado per il giornalista Massimiliano De Francesco che ha lavorato tra il 2001 e il 2002 al quotidiano economico regionale Il Denaro e al mensile Den.
Il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Francesca Spena, con dispositivo depositato il 5 novembre, ha condannato l’Editoriale del Mediterraneo, editrice del Denaro, a pagare a De Francesco 28mila euro di differenze retributive, riconoscendogli la qualifica di redattore ordinario da ottobre 2001 all’aprile 2002 e il grado di capo servizio dal maggio a novembre 2002. Alla

somma liquidata vanno aggiunti la “rivalutazione monetaria secondo gli indici Istat e gli interessi legali sulla somma annualmente rivalutata dalla data di maturazione della singola competenza al saldo”.


Massimiliano De Francesco, Antonio Fasanella e Alfonso Ruffo

La Spena ha poi respinto la domanda di versamento dei contributi (e non si capisce perché dal momento che ha riconosciuto il rapporto da redattore e poi da capo servizio) e ha condannato L’Editoriale del Mediterraneo al pagamento di 2100 euro per le spese di giudizio da girare ai legali del giornalista, Antonio Fasanella e Gianfranco Oliviero, mentre il direttore e editore del Denaro Alfonso Ruffo nella prima fase del giudizio era assistito dall’avvocato Lucio Giacomardo, che ha poi deciso di rinunciare all’incarico ed è stato sostituito dall’avvocato Alessandro Limatola.
Radici irpine (la famiglia paterna è di Montemarano), natali partenopei, trentaquattro anni, da dieci pubblicista e da quattro professionista, De Francesco arriva al Denaro nell’estate del 2001, chiamato dalla responsabile del settore grafico, Roberta Ruffo, sorella di Alfonso. E da ottobre, quando Il Denaro da settimanale diventa quotidiano, comincia a lavorare stabilmente alla redazione di piazza dei Martiri. Il redattore capo Guido Pocobelli Ragosta gli affida una pagina quotidiana di rubriche e per il numero del sabato una pagina di racconti corredata dalla riproduzione di un quadro e dalla biografia dell’autore. Il bilancio dell’anno si chiude con la pubblicazione di venticinque autori e quarantanove racconti. A fine ottobre 2001 riceve da Ruffo l’incarico di preparare il progetto del Den, il mensile patinato che vede


Lucio Giacomardo e Gianfranco Oliviero

la luce nel giugno 2002, con in gerenza la scritta “diretto da Massimiliano De Francesco”.
Quattro mesi dopo Ruffo decide di cambiare cavallo, affidando il governo della redazione del quotidiano e la fattura del mensile all’allora sessantenne Goffredo

Locatelli. Per far conoscere la sua decisione al direttore del mensile sceglie una soluzione anomala. Alla riunione di redazione del 31 ottobre, che segna l’esordio del nuovo braccio destro, lascia che a sparare a palle incatenate sul lavoro dei giornalisti di Den sia Locatelli che parla di giornale improvvisato, senza spessore e privo di una precisa identità, scritto da collaboratori mediocri che andavano cacciati per il livello assai scadente del loro lavoro. Di fronte a quindici tra redattori e collaboratori che assistono in silenzio alla requisitoria, l’unico a replicare puntuale alle critiche di Locatelli è De Francesco, che il 5 novembre prende atto del 'licenziamento' e lascia il giornale.