Quale filo collega Agcom e Pegaso?

Gentile direttore, il corsivo di Iustitia sul ‘professore’ Gennaro Sangiuliano mi sollecita riflessioni in due direzioni. La prima riguarda il vice direttore del Tg1 che dovrebbe già essere oberato di lavoro e pure riesce a cumulare incarichi universitari anche molto impegnativi come la guida di un master biennale di giornalismo. L’università di Salerno si avvia a ripetere la disastrosa esperienza della scuola del Suor Orsola Benincasa da tredici anni affidata al direttore fantasma Paolo Mieli?
L’altra riflessione riguarda i collegamenti particolarmente stretti tra l’università telematica Pegaso, presieduta da Danilo Iervolino, e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, guidata da Angelo Marcello Cardani. Come mai l’Agcom ha chiesto la collaborazione del semisconosciuto ateneo per organizzare, il 20 febbraio scorso, il convegno "I nuovi diritti dei consumatori alla luce delle ultime novità normative"? L’evento ha visto il debutto, come relatore, del neo direttore della Tutela consumatori dell’Autorità, Mario Staderini, ex segretario del Partito radicale, la cui recente nomina, avvenuta a pochi mesi dal suo rientro in Agcom dopo quattro anni di assenza, ha scatenato furiose polemiche interne. E come mai, in occasione del convegno è stato presentato il libro scritto da Alberto Maria Gambino e Gilberto Nava, ex dirigente della stessa Agcom e di imprese di telecomunicazioni? 
L’ateneo scelto dal presidente Cardani e dal segretario Sclafani è stato sonoramente bocciato dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, nel corso dell’ultima verifica (nel luglio del 2012) dei risultati conseguiti dall’università telematica napoletana al termine del quinto anno di attività. 
La Pegaso, osserva l’Anvur, che ha stipulato 385 convenzioni (con l’università del Molise, ma anche con atenei lituani, ucraini, albanesi, con Asl e ordini professionali), “sconta una rapida crescita del numero di iscritti non accompagnata da un adeguato livello di qualità dell’erogazione della didattica e da criteri di selezione rigorosi per gli esami e la tesi finale”.
Ancora, la Pegaso rischia di produrre “titoli legali il cui contenuto non è comparabile con quello delle altre istituzioni universitarie”. Un creditificio, utile solo a far crescere le carriere lavorative di chi, già con un mestiere, si iscrive all’università telematica. "La previsione che a ogni credito formativo corrispondano tre videolezioni appare estremamente riduttiva", dice l'Anvur.
La quantità molto spesso non va d’accordo con la qualità: “nel 2011 hanno conseguito il titolo di laurea ben 1928 studenti: non vi è alcuna proporzione ragionevole rispetto alla dimensione del corpo docente”. L’attività di ricercaappare concentrata su un numero limitatissimo di docenti”.
Il ragionamento della scuola non statale — la struttura di costo resta prevalentemente fissa e i margini di profitto crescono con l’aumento della base di utenti — “appare in netto contrasto con i principi dell’educazione superiore”. Il corso di laurea in Giurisprudenza, per esemplificare, “si qualifica come un corso di tipo ‘remedial’ per studenti lavoratori espulsi dal sistema universitario, cui si offre un percorso che presenta innegabili facilitazioni nell’acquisizione dei 50 crediti e nell’impegno richiesto per superare gli esami”.

Martin Beck
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Gennaro Sangiuliano
Danilo Iervolino
Angelo Cardani
Mario Staderini (*)
Gilberto Nava
Francesco Sclafani