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Buondonno presenta
una querela
'anomala'
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È IN CORSO al tribunale di Napoli un processo ‘anomalo’ per diffamazione. E vi spieghiamo perché è anomalo.
Il fatto. Il 17 luglio del 2009 scoppia un incendio in una palazzina di via Boccaccio, a Posillipo. Secondo la polizia si tratta di un incendio doloso perché qualcuno è entrato in casa, ha rovistato dappertutto e ha dato fuoco all’appartamento; si ipotizza un avvertimento nei confronti del proprietario.
Le cronache. Agenzie, quotidiani e tv locali danno grande risalto alla notizia perché la casa è di Vincenzo Buondonno (in realtà intestataria è la moglie), |
personaggio molto noto durante gli anni Ottanta e Novanta, proprietario di locali notturni frequentati dai calciatori del Napoli degli scudetti di Maradona; Buondonno è poi emigrato in Brasile.
L'agenzia Italia scrive: “sarebbe stato un avvertimento o un atto
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Francesco Cananzi e Henry John Woodcock |
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intimidatorio nei confronti dell’inquilino, noto alle forze dell’ordine per il reato di truffa, in Brasile da tempo”. Il Roma mette la notizia in prima pagina e pubblica il nome di Buondonno persino nell'occhiello, anche se, sbagliando, lo chiama Giuseppe e non Vincenzo. Repubblica Napoli schiera due croniste e dedica alla vicenda il 18 e 19 luglio vari servizi: “Esplosione in un appartamento, è una vendetta contro l’inquilino”; “Troppi attentati, vogliono mandarci via”; “Posillipo, il palazzo delle vendette”.
La querela. Buondonno non gradisce tanta attenzione e, assistito dall’avvocato Mario Raffaele Dell’Aglio, presenta querela contro l’articolo di Arnaldo Capezzuto pubblicato dall’edizione partenopea del quotidiano gratuito E Polis, diretto da Enzo Cirillo. Ha avuto vari problemi con la giustizia, nel gennaio ’95 è stato anche arrestato, ma, dice, non è stato mai indagato per truffa. Il pubblico ministero Henry John Woodcock chiede il rinvio a giudizio dei due giornalisti, difesi dall’avvocato Cesare
Amodio, e il gip Francesco Cananzi la accoglie. Ora il processo è affidato al giudice Marzia Castaldi. |
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Cesare Amodio e Arnaldo Capezzuto |
Le anomalie. Tra i vari giornali che hanno resocontato l’incendio E Polis è il più gracile, non a caso il quotidiano un anno dopo chiude e sei mesi più tardi la società che lo edita fallisce. L’articolo, nel quale Buondonno |
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non viene neanche nominato, è dedicato quasi per intero all’incendio (ottantadue righe), mentre al proprietario vengono riservate le sei righe finali: “l’appartamento è abitato da un personaggio noto alle forze dell’ordine per il reato di truffa. L’uomo da tempo si è trasferito in Brasile. L’incendio è stato un atto intimidatorio”. Sia il passaggio dell’articolo sul “reato di truffa” che il titolo (“Bomba contro truffatore / anziani feriti e intossicati”), peraltro deciso non dal giornalista ma dal desk di Cagliari di E Polis, riportano pari pari le parole dei lanci di agenzia. Infine giornali più importanti scrivono che Buondonno ha “precedenti per truffa”, dando per acquisito che è stato non soltanto indagato, ma anche condannato. E allora perché la querela a E Polis? |
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