“Da qui a lunedì dobbiamo andare in tutte le case a sostenere il nostro candidato Ciccio Piemonto”. È il 4 maggio e la campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Sant’Antimo è alle ultime battute. Manifestazione di chiusura con molti esponenti del Pdl, invitati dal padrone di casa Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli che è uno dei figli più illustri di questa terra.
Sul palco Fabrizio Cicchitto, Alessandra Mussolini, Pina Castiello, Stefano Caldoro e il senatore Luigi Compagna che prende il microfono per ricordare che “è meschino che la cosiddetta sinistra parli di rapporto di mozzarella tra la famiglia Cesaro e Berlusconi”. Concordano tutti, anche la mozzarella che minaccia querele e denunce ai Nas dei carabinieri.
Il momento clou della serata, e anche il più atteso, è naturalmente l’intervento di Giggino, reso edotto dal proprio portavoce Roberto D’Antonio su alcune regole basilari della grammatica italiana. Una fra tutte: i nomi maschili finiscono solitamente in O, i femminili in A. Quindi il candidato si chiama Piemonto, anche se all’anagrafe risulta essere Piemonte. Ecco allora Cesaro, noto affettuosamente negli ambienti come Giggino ‘a purpetta, consegnare un altro suo intervento alla storia: “caro Ciccio, io ritenko che è molto impottante il lavoro che hai in… che hai intr…. che hai fatto cinque anni fa”. Forse voleva dire “che hai intrapreso” ma gli suonava imbarazzante. O forse è l’emozione di parlare nel proprio paese, alla propria gente, con tanti vip venuti da Roma apposta per lui.
Il finale è da antologia del messaggio subliminale: “Cari amici, io ritenko che non si possono fare le cose o dire le cose. Le cose si fanno. Poche cose ma si fanno”. Applausi e commozione, con la mozzarella che si chiama fuori. Intanto Sergio Zavoli ha messo in cantiere una riedizione dell’inchiesta televisiva del 1989 La notte della Repubblica e ha chiesto alla redazione de Il fatto quotidiano una copia del filmato di Sant’Antimo. |