Curia, Procura lenta
sull’inchiesta Report

IL CAVALIERE DELLA Repubblica Giacomo Onorato è un paladino solitario che cerca di difendere le centinaia di chiese napoletane da assalti di ogni tipo e di controllare l’utilizzo corretto dei tanti beni lasciati in eredità alla curia.
Tra questi c’è la ‘Cittadella apostolica’ di Pozzuoli, costituita da un’area di oltre 38mila metri quadrati con piccoli edifici, una chiesa con campanile e sacrestia, tre cappelle, una mensa, una lavanderia, un reparto di chirurgia e infermeria, terreni e vialetti, che affaccia sul golfo di Pozzuoli con uno straordinario panorama che va dal Vesuvio a Capri, da

Procida a Ischia.
Il complesso è stato lasciato in eredità da monsignor Gaetano Cascella alla chiesa partenopea. Nel testamento olografo pubblicato il 16 febbraio 1979 dal notaio Vincenzo De Falco Giannone il sacerdote fissa dei paletti invalicabili e affida l’incarico di fare rispettare le sue volontà all’arcivescovo di Napoli. Il primo punto fermo è: i beni devono essere destinati soltanto ad

Crescenzio Sepe

accogliere sacerdoti poveri e persone bisognose; non può essere “alienata la proprietà in oggetto” e non può essere “data in fittanza ai privati”. Cascella è molto meticoloso e chiarisce che se la curia “rinunciasse all’accettazione di tale eredità lego i medesimi beni con le medesime condizioni all’Opera ospedaliera dei padri Camillini con sede generalizia in Roma” e in caso di nuovo rifiuto la struttura andrebbe “all’Opera missionaria del Pime”.
La curia di largo Donnaregina incamera il bene ma ignora il testamento e con il cardinale Michele Giordanoapprova un cambio di destinazione da ospizio a albergo ristorante, la cui gestione viene affidata alla società ‘Turismo etico’ di Dario Boldoni, fratello della prima moglie dell’ex presidente del Calcio Napoli Corrado Ferlaino”.
Gli eredi di monsignor Cascella si oppongono al cambio di destinazione e Boldoni viene liquidato con un esborso milionario da parte della curia e parcelle sontuose per gli avvocati di Boldoni e della stessa curia.
Qualche anno dopo il cardinale Crescenzio Sepe torna alla carica e l’operazione “fittanza” riesce, secondo la chiesa partenopea con il beneplacito del Vaticano. Nel giugno del 2017 l’arcidiocesi di Napoli cede alla società ‘Il Paradiso’, una srl che fino al 2019 aveva un capitale sociale di 10mila euro di cui 2500 versati, la ‘Cittadella apostolica’ per

Vincenzo Doriano De Luca

realizzare un albergo con centro benessere. Il regista dell’operazione è un ex assessore circoscrizionale del quartiere Scampia, Claudio Ferrara, amministratore unico de ‘Il Paradiso’ srl, che alcuni giornali (tra cui il quotidiano on line Fanpage) hanno in passato accostato all’ex sottosegretario Nicola Cosentino e che alle elezioni del 2018 si è candidato con ‘Udc - Noi con l’Italia’ di Lorenzo Cesa.

Crescenzio Sepe avrebbe ceduto l’usufrutto del complesso (la “fittanza” perentoriamente vietata da monsignor Cascella) per 18 anni in cambio di 666mila euro, quindi con un canone annuo di 37 mila euro e mensile di 3.083, il costo di un appartamento di prestigio a Posillipo.
Alla ‘Cittadella apostolica’ di Pozzuoli e all’utilizzo improprio (eufemismo) delle chiese napoletane ha dedicato un servizio molto documentato la trasmissione Report, di Sigfrido Ranucci, andata in onda in prima serata sulla Terza rete il 7 novembre. Firma il servizio Danilo Procaccianti, con la collaborazione di Goffredo De Pascale, con interviste al portavoce della curia Vincenzo Doriano De Luca e a Giacomo Onorato e battute veloci di un Sepe sfuggente.
Con la puntata di Report non si ferma la battaglia di Giacomo Onorato, napoletano, sessantanove anni, una vita lavorativa spesa tra Aeritalia e Protezione civile fino alla pensione nel 2020.
Dal 2014 segue le tormentate vicende della ‘Cittadella’ perché sin da subito pensò che qualcosa non funzionava nella gestione del complesso di Pozzuoli. Ne ebbe conferma nel 2018 quando andò a cercare copia del testamento di monsignor Cascella all’archivio notarile e scoprì che dal

2001 era stato fatto sparire. Non si arrese e, dopo lunghe ricerche, ne trovò copia all’Ufficio successione. Ha più volte chiesto notizie alla curia napoletana e agli uffici del Vaticano senza ottenere risposte. Ha quindi pensato che soltanto la magistratura poteva fare luce su una vicenda opaca e il 9 maggio scorso ha presentato una denuncia alla Procura di Napoli, da maggio, dopo la nomina di Giovanni

Michele Giordano

Melillo alla guida della Dda, affidata alla reggenza di Rosa Volpe.
Il fascicolo è già transitato su diverse scrivanie ed è finito al sostituto procuratore Raffaele Barela. Ma non c’è da essere ottimisti perché Barela lavora alla V sezione che si occupa di Ambiente, edilizia e urbanistica, mentre scorrendo la storia della ‘Cittadella’il nodo della questione non pare centrato su eventuali abusi edilizi, per quanto importanti, ma su vicende economiche e finanziarie non del tutto chiare.