Tra giornalisti e tecnici di via Marconi sta prendendo piede il giochino dei ‘sottopancia’, cioè lo scambio dei nomi delle persone intervistate, che diventa anche un test per misurare l'attenzione (e la pazienza) dei telespettatori. Dopo il successo riscosso con l’inversione dei nomi tra il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e l’avvocato Michele Cerabona nel resoconto della condanna a tre anni di reclusione inflitta a Berlusconi, lo scambio viene riproposto il 28 settembre in un altro servizio importante: la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Maschio Angioino per deporre una corona di fiori nell’anniversario delle Quattro giornate di Napoli.
A seguire la manifestazione il capo redattore centrale Antonello Perillo manda Diego Dionoro e nel tg delle 19,30 il conduttore Gianfranco Coppola lancia il servizio. Vanno così in onda due interviste: la prima al presidente dell’Istituto campano di storia della Resistenza Guido D’Agostino che si ritrova con la targhetta di ‘presidente dell’Associazione partigiani di Napoli’; la seconda intervista al presidente dell’Anpi Napoli Antonio Amoretti che viene trasferito alla guida dell’Istituto di storia della Resistenza.
Potrebbe bastare, ma redazione e ufficio di produzione (con la responsabile Maria Teresa Buccico lavorano Roberto Battiloro, Marco Caruso, Vincenzo Mercadante, Raffaele Morra, Felice Romano, Pasquale Scaldaferri, Edoardo Zorzetti) decidono di insistere; va quindi in onda il gruppo formato da una ventina di sostenitori dell’Anpi (tra questi Massimo Amodio, fino al 2013 presidente del tribunale di Avellino e l’ex senatore Luigi Marino) che espongono lo striscione “contro l’illegalità e la violenza” con il sottopancia ‘Guido D’Agostino presidente Istituto campano storia Resistenza’.