Lombardi-Scarlato
comprano 'la Città'

LE VOCI GIRAVANO da alcuni mesi, ma quando alle 15 del 7 settembre in teleconferenza da Pescara Marco Moroni, direttore generale della divisione quotidiani locali del Gruppo l’Espresso, ha ufficializzato la vendita, operativa dal primo novembre, de ‘il Centro’di Pescara e ‘la Città’ di Salerno la notizia ha avuto l’effetto di un uppercut sui redattori e sui poligrafici dei due giornali che fanno parte, ancora per qualche settimana, della catena

dei diciotto quotidiani della catena Finegil.
Oltre ai saluti di Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo, che si è detto “molto dispiaciuto”, pochissime le notizie fornite ai dipendenti scaricati. “La nuova editrice de ‘il Centro’ – ha fatto sapere Moroni – farà capo agli imprenditori Luigi Pierangeli, Cristiano Artoni, Alberto Leonardis e Luigi Palmerini; la nuova editrice de ‘la Città di Salerno’ farà invece capo alla società Sogepim

Carlo De Benedetti (*)

srl holding della famiglia Lombardi-Scarlato. Le operazioni si inseriscono nel piano di consolidamento teso a garantire il rispetto delle soglie di tiratura previste dalla normativa in vigore”. Traduzione: dopo l’accordo con la Stampa e Il Secolo XIX il Gruppo è ben oltre il tetto del 20 per cento della tiratura dei quotidiani nazionali fissato dalla legge dell’editoria e quindi cominciamo a tagliare voi, poi l’operazìone andrà avanti con altre testate (il Sole 24 Ore ipotizza che il prossimo ramo da recidere sarà La Nuova Sardegna). E poco importa al ‘democratico' De Benedetti e all’amministratore delegato Monica Mondardini che così si spazza via la copertura nazionale dei quotidiani Finegil e soprattutto viene cancellata dalla geografia del Gruppo l’intero Centro Sud senza contare che da trent’anni il team abruzzese, con trentuno giornalisti e ventisette poligrafici, e da venti anni i salernitani, tredici redattori e cinque poligrafici, hanno lavorato con impegno per far crescere e consolidare le fortune del loro editore.
Forse per lo sbandamento, è stata fin troppo controllata la reazione degli organismi sindacali. Il comitato di redazione di Republica scrive: “riteniamo che sia mancato il livello minimo di coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori in ogni fase della trattativa, soprattutto nell’esplorare

Monica Mondardini (*)

soluzioni alternative alla cessione completa delle due testate”. E aggiunge: “inoltre le modalità di comunicazione di certo non rispettano il livello di rispetto e riconoscimento dovuto ai colleghi che hanno contribuito a rendere il gruppo tanto solido da diventare il primo editore di quotidiani in Italia”.
Anche il cdr e la rappresentanza sindacale dei poligrafici del Centro hanno stigmatizzato le “modalità inusuali e

inaccettabili” della comunicazione della società ed hanno espresso “delusione, rammarico e amarezza per i modi e i termini con cui è stata portata avanti l’operazione”. Sono poi stati ricordati gli impegni ‘tarocchi’ dell’azienda: “da diversi mesi si sono rincorse ipotesi sulla cessione del Centro e in tutte le occasioni in cui abbiamo chiesto chiarimenti ci è stato sempre risposto che si trattava solo di voci. Nell’ultimo incontro del primo luglio scorso a Roma, tra l’azienda e il coordinamento dei cdr dei quotidiani Finegil, era stato assicurato che ci sarebbe stato la massima condivisione di tutte le eventuali operazioni da portare avanti. E l’ipotesi della cessione dei quotidiani locali era soltanto una possibilità e non una probabilità. Da quel giorno soltanto silenzio, fino a questa mattina quando siamo stati convocati in fretta e furia per la comunicazione dell’avvenuta cessione”.   
Dopo l'annuncio della vendita si sono tenute le assemblee dei dipendenti con la proclamazione di due giorni di sciopero, il 7 e l’8 settembre, di tutti i quotidiani della Finegil, ai quali giornalisti e poligrafici del Centro ne hanno aggiunti altri tre. A seguire gli incontri sindacali: la mattina del 13 settembre a Roma, alla Federazione della Stampa, riunione dei cdr del Gruppo con i vertici della Fnsi; nel pomeriggio assemblea del coordinamento dei comitati di

redazione della Finegil; il giorno successivo alle 14,30, nella sede di Repubblica a largo Fochetti, confronto dei dirigenti della Fnsi e del coordinamento dei cdr Finegil con Monica Mondardini e Marco Moroni.
Vediamo ora più da vicino i nuovi editori. Per il Centro c'è una società strutturata con un capofila, Luigi Pierangeli, big del settore immobiliare e delle cliniche private e già presente nel mondo dei media regionali con una tv, Rete 8, nella quale

Marco Moroni

lavorano quattordici giornalisti. Al suo fianco Cristiano Artoni che opera nella distribuzione dei giornali. Sembrano quindi esserci interlocutori con i quali i dipendenti del Centro possono discutere del nuovo giornale.
Più nebulosa la situazione a Salerno. E forse non è un caso che nel comunicato del Gruppo non siano stati neanche indicati i nomi di battesimo dei nuovi proprietari come se l’operazione fosse stata chiusa ad alta velocità pur di liberarsi del giornale. Le voci infatti dicono che la Città sia stata offerta a vari imprenditori ottenendo delle risposte negative; tra i nomi fatti c’è anche quello di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e stampatore delle copie di Repubblica distribuite lungo l’area del Basso Tirreno. Alla fine dal cilindro sono usciti i coniugi Giovanni Lombardi ed Elena Scarlato.
Nativo di Capua, cinquantaquattro anni compiuti a maggio, Giovanni Lombardi si laurea in Economia e commercio e avvia l’attività di commercialista e poi di curatore fallimentare. Imprenditore poliedrico, dopo aver fatto l’amministratore della clinica Maria Rosaria di Pompei, organizza vari centri di dialisi con le società Cimasa e Nephrocare, si occupa di immobiliare, intermediazione finanziaria e packaging, ha un centro stampa a Torre Annunziata, Millestampe, ed è proprietario dell’albergo Novotel a Cava de’ Tirreni. Scopre il calcio e dopo avere mancato l’acquisto della Salernitana prende la Casertana per qualche anno per poi cederla nel 2015. Quindi si appassiona ai giornali e nel 2013 cerca di acquisire il controllo del Roma, ma l’operazione non riesce; l’anno successivo ha successo con Metropolis,

Vincenzo Boccia

quotidiano dell’area a sud di Napoli, e la moglie Elena Scarlato diventa consigliere d’amministrazione della cooperativa Citypress che gestisce il giornale.
Ora, senza grande esperienza alle spalle, Lombardi deve occuparsi della Città che è leader nel Salernitano ma ha nel Mattino un concorrente agguerrito. Innanzitutto dovrà presentare una compagine societaria credibile perché l’acquisto dal Gruppo l’Espresso è stato fatto dalla Sogepim, una

srl con amministratore unico la venticinquenne Margherita Lombardi, sua figlia prediletta, che, stando alla visura camerale, si occupa di “compravendita e gestione di immobili propri e di terzi” ed è controllata per l’80 per cento dalla srl Gam che risulta inattiva. Tra i possibili soci si fa il nome dell’ebolitano Vito Di Canto, distributore di giornali in sostanza monopolista nel Salernitano e da tempo alla ricerca di uno sbarco su Napoli.
Mancano meno di cinquanta giorni al passaggio delle consegne e Lombardi ha di fronte problemi notevoli. Ne elenchiamo soltanto alcuni: c'è da sciogliere il nodo del direttore con il probabile ritorno a Roma di Stefano Tamburini; e poi ci sono la definizione del sistema editoriale, della fornitura delle pagine nazionali, della sede, della concessionaria di pubblicità e della tipografia

(*) Da www.dagospia.com