Vicinanza direttore
del Tirreno di Livorno

AGGIUNGE UNA NUOVA perla alla sua collana di direzioni Luigi Vicinanza che dal 15 ottobre firmerà il Tirreno. Subentra a Roberto Bernabò, direttore editoriale delle testate Finegil, la catena dei giornali locali del gruppo l’Espresso, che da fine luglio aveva l’interim del quotidiano livornese. Vicinanza, sessanta anni (è nato a Catellammare di Stabia il12 maggio 1956 un giorno dopo il concittadino Antonio Polito), professionista dal 1981, per un dozzina di anni lavora all’Unità, prima a Napoli e poi a Roma; nel 1989 viene assunto a Repubblica, assegnato prima alla cronaca

nazionale, poi all’ufficio centrale. Nel dicembre del 1993, Antonio Bassolino è appena diventato sindaco di Napoli, viene spedito a dirigere l’edizione campana di Repubblica al posto di Alfredo Del Lucchese che rientra a Roma. Manterrà l’incarico fino al 2004 e il decennio si divide in tre fasi: fino al ’98 c’è un capo dinamico e propositivo; nei due anni successivi Vicinanza si trasferisce al Mattino come vice direttore ma il trapianto

Luigi Vicinanza

non funziona ed è costretto a tornare indietro con il capo cosparso di cenere; dal 2000 viene insediata al vertice dell’edizione campana una diarchia con Antonio Corbo che aveva retto la redazione durante l’esperienza di Vicinanza a via Chiatamone e sono anni senza slancio, pieni di prudenze e disattenzioni.
Nella primavera del 2004 viene a Napoli il direttore Ezio Mauro per chiudere (link con apertura del 5 aprile 2004) con parole dure la gestione Vicinanza-Corbo e insediare Giustino Fabrizio, in arrivo dalla sede di Palermo; Vicinanza viene spostato a dirigere il più piccolo e più meridionale dei quotidiani Finegil, la Cittàdi Salerno, Corbo rimane a piazza dei Martiri come articolista. Nel 2006 Vicinanza viene spostato a Pescara per guidare il Centro, giornale leader in Abruzzo; quattro anni dopo torna a Roma come direttore editoriale dei giornali locali del gruppo.
Nell’ottobre del 2014 arriva l’incarico più prestigioso: la direzione de L’Espresso, ma dopo ventuno mesi deve liberare la poltrona per fare spazio a Tommaso Cerno, chiudendo così il papato più breve della lunga storia del più importante settimanale politico italiano.