L’azienda Ipi è specializzata in “macchinari automatici”. La definizione è corretta. E quindi correttamente, quasi in maniera omogeneamente piatta, è stato così presentato il teatro dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro che si è verificato il primo marzo.
L'Ansa, Repubblica Napoli e Corriere del Mezzogiorno scrivono che il 33enne Lorenzo Cammisa si è ferito in maniera gravissima (ed è morto all'ospedale San Giovanni Bosco dov'era stato trasportato dai compagni di lavoro) mentre si trovava accanto a un muletto all’interno di uno stabilimento di Arzano dove si producono “macchinari automatici”.
In un comunicato della Cgil Campania una nota del segretario Nicola Senese ci informa che la Ipi fa parte del gruppo D’Amato: probabilmente una soffiata dei servizi segreti russi.
La stessa soffiata arriva al Roma, ma forse non dagli ex colleghi di Vladimir Putin. Fatto sta che nell’occhiello anche il Roma ci dice che l’incidente si è verificato “Nella ditta Ipi della famiglia D’Amato”.
Soltanto la redazione partenopea dell’Ansa, affidata a Mario Zaccaria (la notizia è siglata SS, Patrizia Sessa), Repubblica Napoli guidata da Giustino Fabrizio e il Corriere del Mezzogiorno diretto da Marco Demarco non godono di questi canali informativi confidenziali.
In questa orgia di notizie passate sottobanco e di silenzi imbarazzati e imbarazzanti fa un figurone il Mattino di Virman Cusenza, talvolta tacciato di approssimazione o addirittura di omissioni mirate. La morte dell'operaio ad Arzano viene annunciata nella prima di cronaca (guidata da Vittorio Del Tufo) ed occupa per intero la pagina 34 che si apre sì con “Giovane operaio muore travolto da un muletto”, ma già nell’occhiello del pezzo di Salvo Sapio, anziché ricordarci che l’azienda produce macchinari automatici (che è uno scooppetto di Ansa, Repubblica e Cormezz), ci dice che si tratta di” un’azienda del gruppo D’Amato”. Ma non basta: a corredo dell’articolo, per essere sicuri che il lettore abbia capito bene, c’è la foto di un’insegna stradale Corso D’Amato. E di spalla un box esplicativo ripercorre la storia della holding fondata nel 1964 da Salvatore D’Amato e guidata dal 1991 dal figlio Antonio, ex presidente di Confindustria.
Dal Chiatamone lato mare la notizia arriva chiara e completa. Ansa, Cormezz e Repubblica Napoli, tuttavia, ci rassicurano circa il fatto che, nell’azienda specializzata in macchinari automatici, “da una prima verifica non è stato rilevato niente di irregolare”.
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