Bilanci: ok Sugc e
Ordine, con 4 assenti

IN RAPIDA SUCCESSIONE, l’otto e il nove aprile, sono stati presentati e approvati il bilancio consuntivo 2018 e preventivo 2019 del Sindacato campano e dell’Ordine regionale dei giornalisti. 
Cominciamo dal Sugc che per il quinto anno consecutivo chiude i conti in attivo. Dopo la lettura della nota integrativa da parte del segretario Claudio Silvestri e del quadro economico presentato dal tesoriere Giovanni Rinaldi, i giornalisti presenti a via Cappella Vecchia, nella sala intitolata a Santo Della Volpe, hanno promosso i bilanci con la sola astensione, peraltro non motivata, di Alfonso Pirozzi al congresso della Federazione della stampa di Levico eletto consigliere nazionale per la

lista di minoranza capitanata da Ottavio Lucarelli e Domenico Falco.
L’avanzo di gestione del 2018 è stato di oltre 18mila euro che porta il patrimonio netto a 135.800 euro.
Un attivo realizzato

Claudio Silvestri e Giovanni Rinaldi

nonostante sia stata ampliata la gamma di servizi e il team di consulenti, con quotidiane presenze di professionisti in sede, a disposizione degli iscritti che nel 2018 sono saliti a 862. E il dato forse più significativo riguarda proprio gli iscritti perché è stato capovolto il rapporto tra professionisti (professionali) e pubblicisti (collaboratori): negli ultimi anni della vecchia associazione c’era una situazione anomala con una straripante presenza di pubblicisti che rappresentavano oltre il 70 per cento degli iscritti mentre i professionisti non raggiungevano neanche il 30 per cento; oggi il rapporto è esattamente capovolto. 
Passiamo all’Ordine che ha convocato la sua assemblea nella sala prestigiosa e raccolta della Emeroteca Tucci. Cominciamo dai dati positivi: è più che decuplicato l’avanzo di cassa che è passato dai 21mila euro del 2017 agli oltre 271mila del 2018. “Sostanzialmente questo risultato - spiega il tesoriere Paolo Mainiero nella sua relazione letta dal presidente Lucarelli – è frutto delle attività avviate per velocizzare il versamento delle quote e il recupero delle morosità degli iscritti (incassi a mezzo Mav, solleciti di pagamento e messa in mora), che hanno consentito l’incremento degli incassi per quote passati dai 746.400 euro del 2017 al milione e 51.496 del 2018”.
Una crescita straordinaria dovuta all’introduzione tre anni fa del Mav, ossia del pagamento dell’annuale quota di iscrizione attraverso bollettino, che ha messo fine alle processioni di giornalisti alla sede dell’Ordine. Una svolta fortemente voluta proprio dal tesoriere e dal presidente del collegio dei revisori Francesco Marolda, che anche in sede di assemblea, dopo aver letto le sue osservazioni, ha insistito sulla necessità di un ammodernamento profondo della gestione dell’Ordine.

Enzo Esposito e Paolo Mainiero

Esaminiamo ora le note negative. Per l’ennesima volte è stata ribadita la necessità di fare pulizia dei morosi cronici e di operare una rigorosa revisione degli albi; queste operazioni sono però sempre

rinviate all’anno successivo. Intanto l’anagrafe dei giornalisti in Campania ci dice che al 31 dicembre 2018 i professionisti iscritti sono 1.691 e i pubblicisti 10.953, un numero spropositato che non ha nessun rapporto con la gracile rete editoriale regionale.
Chiudiamo con le presenze, anzi, per meglio dire, con le assenze. Nella sala della Tucci c’erano circa cinquanta giornalisti, quasi tutti pubblicisti. Pochi i professionisti, per lo più pensionati, e nessun redattore del Mattino, di Repubblica Napoli, del Corriere del Mezzogiorno e della Rai di Fuorigrotta; c’era, è vero, Michele Giordano ma ancora per qualche giorno è nell’organico di Potenza. Ma soprattutto mancavano quattro dei sei componenti professionisti del consiglio dell’Ordine: al tavolo dei relatori c’erano il presidente Lucarelli e la segretaria Titti Improta; invece erano evidentemente impegnati altrove Vincenzo Colimoro, Pino De Martino, Enzo Esposito e Paolo Mainiero. E proprio l’assenza del tesoriere rappresenta il dato più significativo perché, stando alle voci di Cappella Vecchia, Maniero da tre settimane aveva informato Lucarelli che non avrebbe preso parte all’assemblea a causa di alcune scelte del presidente non concordate.