'Spara' su Ronaldo, sospeso Vessicchio

Caro direttore, le scrivo queste righe per dare un contributo alla chiarezza sul caso Vessicchio dopo il polverone sollevato sui social dalle legioni del post a tutti i costi. Casus belli la cronaca di un campionato di categoria inferiore (Inferiore come la Nocera citata da Stefano Satta Flores in 'C’eravamo tanto amati') che Vessicchio conduceva su una tv locale.
Ancor prima del calcio d’inizio, come mostrano le immagini rimbalzate come una palla impazzita in ogni dove, il telecronista criticava le capacità professionali della guardalinee ancora intenta a controllare, come da regolamento, la tenuta delle reti. E le reti dei social in pochi secondi hanno istruito il processo, giudicato e comminato la condanna. E questo è un problema che andrebbe affrontato in separata sede. La questione è che nel commentare la notizia i media tradizionali sono spesso incorsi nello stesso errore, tipico dell’arbitro che non ricorre alla Var della riflessione fidandosi dell’emozione social, di considerare il Vessicchio sospeso dall’Ordine dei giornalisti di appartenenza istantaneamente per effetto delle frasi sessiste pronunciate in diretta e ascoltate dai telespettatori (quanti?).
Come lei sa, caro direttore, la Iustitia spesso non è di questo mondo ma ha i tempi di questa società.
Il fatto. Nello scorso febbraio Sergio Vessicchio è stato sospeso dal Consiglio di disciplina territoriale della Campania per effetto di un procedimento attivato da una segnalazione fatta dal Consiglio dell’Ordine della Lombardia e relativa a un articolo scritto nel 2018. Dopo la segnalazione il giornalista Vessicchio fu convocato e ascoltato dai componenti della sezione competente del Consiglio (ne fanno parte Gianni Russo, presidente, Cristina Cennamo, segretaria, Harry Di Prisco, ndr), confermando di aver consapevolmente scritto un articolo in cui definiva Ronaldo, il Fenomeno e non quello che si fa chiamare come un bus di linea, "...un cesso che va a trans...chiattone senza dignità pieno di droga..." per beneficiare del maggior numero possibile di click sul web e di like sui social. La sentenza, considerato che Vessicchio era già stato oggetto di un procedimento avviato dal precedente Consiglio di disciplina, è stata severa: 11 mesi di sospensione dall’Ordine.
Tutto questo iter: pubblicazione articolo, segnalazione, procedimento e sentenza, peraltro impugnabile innanzi al Consiglio nazionale, è durato più o meno un anno e prevede precise garanzie per coloro che vengono sottoposti alla procedura.
Come quasi tutti sanno, sono quattro le sanzioni che possono essere comminate da un Consiglio di disciplina territoriale: avvertimento, censura, sospensione e radiazione. Come quasi tutti sanno, i Consigli di disciplina territoriale sono organismi terzi, poiché i componenti vengono designati dal presidente del tribunale competente (per la Campania il presidente del tribunale di Napoli Ettore Ferrara, ndr) su un elenco di 18 nomi scelti in base a precisi criteri dal consiglio regionale dell'Ordine. E, come quasi tutti sanno, i componenti dei Consiglio di disciplina si assumono delle responsabilità e sottraggono tempo ad altre attività, a titolo gratuito.
Quello che molti non sanno è il fatto che il signor Vessicchio avrebbe potuto in ogni caso effettuare la telecronaca, pur essendo sospeso dall’Ordine, perché nel nostro Paese tutti possono impugnare un microfono e parlare di calcio rivolti a un pubblico.
Caro direttore, in questa storia l’impressione amara che se ne ricava è che il Vessicchio, sospeso dall’Ordine, conosca gli effetti dei social in particolare e del web in generale, meglio, molto meglio, dei tanti, troppi, che sollevano polveroni ignorando la differenza tra il famoso e il famigerato.

Goffredo Ranieri
 
Sergio Vessicchio
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Ronaldo
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