Il sindaco di Salerno
licenzia il portavoce

È DURATO QUINDICI mesi il feeling tra il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e il suo portavoce, Ernesto Pappalardo, che il 31 dicembre lascia gli uffici del comune. Salernitano di Baronissi, quarantotto anni compiuti a dicembre, professionista dal ’94, Pappalardo è stato addetto stampa del presidente della Provincia di Salerno Alfonso Andria per poi passare nel 2006 all’Unione industriali chiamato come addetto stampa dall’allora presidente Agostino Gallozzi, imprenditore impegnato nel movimento container del porto di Salerno e protagonista dell’operazione del nuovo porto

Marina di Arechi.
In Confindustria Salerno Pappalardo cresce rapidamente: diventa prima vice direttore e, nell’aprile 2009, direttore, incarico che lascia nel settembre 2010 quando accetta l’incarico di portavoce di De Luca.
Ma quando e perché si è


Alfonso Andria e Giuseppe Iannicelli

spezzato il feeling con il sindaco? Con Iustitia Pappalardo è cortese ma fermo nel suo “no comment”; precisa soltanto che è stato raggiunta un’intesa per interrompere a fine anno un rapporto che doveva durare fino al 2016, per accompagnare De Luca nei cinque anni da sindaco. E allora perché la rottura?
Mancano versioni ufficiali perché anche al comune si sceglie la linea del silenzio; mancano le voci degli organi di informazione perché, con una sola eccezione (ilquotidianodisalerno.it), tutti (a cominciare dai quotidiani più importanti: Il Mattino, l’edizione di Salerno è guidata da Gianni Molinari, e la Città, quotidiano del Gruppo Repubblica diretto da Angelo Di Marino) hanno deciso di ignorare la vicenda, nonostante il peso dei protagonisti.
Sentiamo allora le spiegazioni di chi segue da vicino le vicende comunali, tutti, ed è forse superfluo dirlo, con richiesta di anonimato.
La prima ipotesi, anche la meno convincente, attribuisce la rottura alla violenta polemica scatenata sulla rete contro il sindaco per l’incarico affidato al designer Massimo Vignelli per disegnare il brand di Salerno. “Incarico oneroso e risultato scadente”, questo in sintesi l’accusa a De Luca, che avrebbe intravisto soffiate del suo ufficio stampa utilizzate per alimentare indignazione e proteste arrivate a livello nazionale con l’intervento dell’inviato


Angelo Di Marino e Gianni Molinari

di “Striscia la notizia”.  
Nella polemica sul brand è stato coinvolto anche la presenza storica dell’ufficio stampa, Giuseppe Iannicelli, dal 1994 con De Luca; era circolata la voce di un suo licenziamento, ma ha superato il momento difficile fornendo al

sindaco i chiarimenti richiesti. Allo staff comunicazione e ufficio stampa lavora Anna Fiore, salernitana, trentotto anni, da diciassette  pubblicista, per sette anni (dal 2001) collaboratrice dell’ufficio stampa, dal 2008  vincitrice di concorso e quindi assunta come funzionaria al comune di Salerno. Con lei ci sono il grafico Giovanni Natiello, che è dipendente del comune, e il fotografo con contratto di collaborazione Massimo Pica. Chiude la squadra Carlo Alfani, salernitano ventotto anni, pubblicista dal 2008, che dal primo luglio scorso ha una contratto di collaborazione e si occupa soprattutto di social network.
La seconda ipotesi è centrata sui fondi pubblicati la domenica dal quotidiano La Città e firmati con lo pseudonimo di Giacomo Acco. All'inizio gli editoriali volavano alto sui problemi di Salerno, poi la ricognizione è diventata più ravvicinata sugli snodi della città, con frecce acuminate su varie realtà come il Pdl e l’Unione industriali, già nell’occhio del ciclone perché la scorsa estate il presidente Gallozzi è stato colpito da due provvedimenti gravi decisi dal numero uno di Confindustria nazionale Emma Marcegaglia: a giugno il presidente provinciale è stato esautorato con il commissariamento dell’Unione industriali; due mesi più tardi, per gravi violazioni del codice etico, è stato escluso per cinque anni da qualsiasi carica associativa. Secondo voci diffuse l’autore dei fondi sarebbe stato Pappalardo e De Luca, già destinatario

di proteste per gli attacchi anonimi a mezzo stampa, non avrebbe gradito l’iniziativa del suo collaboratore.
La terza ipotesi è un’estensione della seconda: De Luca avrebbe deciso di stroncare l’iperattivismo del suo collaboratore:


Emma Marcegaglia e Massimo Vignelli (*)

accanto alle già citate polemiche per gli editoriali di Acco, ci sarebbero il presunto collegamento con una società di pubbliche relazioni, con terminali in diversi media salernitani, e l’attività saggistica. È pronto il volume “Lo strano mestiere di ‘vendere’ le notizie” di Opera Edizioni con la prefazione dell'ex direttore della Città Luigi Vicinanza; la presentazione del libro, fissata per i primi di dicembre, è slittata per la bufera al comune. Non a caso Pappalardo viene chiamato da alcuni giornalisti salernitani il Richelieu dell’informazione. Ma chi erediterà l’incarico di portavoce del sindaco? La ricerca è aperta.
De Luca ha fatto dei sondaggi; tra i contattati, con inevitabile risposta negativa, Paolo Russo, nel ’93 per un anno al suo ufficio stampa, da settembre capo cronista del Mattino.

(*) Da www.tosic.com