L'Ansa era già informata

Quando si dice “stare sulla notizia”. Ma chi l’ha detto che non esistono più i cavalli di razza nel giornalismo? 
Ci pensa opportunamente a fornircene una smentita clamorosa Patrizia Sessa di Ansa Napoli che, nella sonnacchiosa mattinata del 26 novembre comunica in un take l’arresto di tale Michele Zagaria, superlatitante dal 1995, inafferrabile capo del clan dei casalesi. Sessa sbriga la pratica in 12 righe di testo, definendo il ricercato “un affiliato”. Ma a Mario Zaccaria, capo della redazione napoletana, quel cognome tanto simile al proprio ricorda qualcosa. E dopo alcuni minuti, il tempo sufficiente perché la notizia dell’arresto sia stata già diffusa da numerosi siti web, una rettifica restituisce a Zagaria, soprannominato “capastorta”, la qualifica di primula rossa. Era stato omesso nel testo un rigo di una certa importanza: “tre affiliati, tra i quali Tommaso
Aragosa
, referente della 'primula rossa
Michele Zagaria, sono stati sottoposti a fermo.
Il titolo recitava Tre fermi per estorsione, anche boss Zagaria. Ed era un bel titolo, di grande impatto. Che è tornato utile il 7 dicembre, quando Zagaria è stato arrestato per davvero. Sessa già lo sapeva. Non lo sapevano, invece, alla redazione di Studio Aperto e del Televideo Mediaset, che nell’edizione delle 12 del 7 dicembre informano di un uomo arrestato in un bunker in provincia di Caserta e sulla cui identità si stanno svolgendo accertamenti.
La conferma arriva da Antonello Perillo che su facebook comunica alle 12,06: Hanno preso Zagaria.

Puccio Gamma
 
Patrizia Sessa
Mario Zaccaria
Antonello Perillo