Lotito o Lotirchio

Nel film ‘La banda degli onesti’ al fianco del custode Antonio Buonocore-Totò (“ho un condominio ben avviato, gente che va, gente che viene”) c’è Giuseppe Lo Turco-Peppino De Filippo, ineguagliabile tipografo,  e uno strepitoso signor Cardone-Giacomo Furia che non ebbe la fortuna artistica che meritava. E, invisibile, c’è il ragionier Casoria, l'ingordo che al bar aggiunge sempre zollette di zucchero nel caffè. Con loro sarebbe stato bene un altro personaggio, il presidente della Lazio Claudio Lotito-Lotirchio, detto anche L’Otite.
Lotirchio è da anni il soprannome del patron dei biancocelesti, sparagnino e oculato nelle spese e noto per le sue moderate simpatie per la destra capitolina, da Gianfranco Fini a Francesco Storace. Lotirchio viene mutuato anche da Tommaso D’Angelo, direttore di Cronache di Salerno, reso immortale da un titolo che dovrebbe essere in tutti i manuali di giornalismo (‘Fruttivendolo violentato da un finocchio’).
Stavolta D’Angelo non si inventa nulla di leggendario ma gioca di rimessa e piazza il 3 febbraio in prima pagina il presidente della Lazio, padrone anche della squadra di Salerno che naviga in mari perigliosi: LoTirchio, ci tieni ancora alla Salernitana? Quindi applausi convinti stavolta non a uno dei padri nobili del giornalismo campano, ma agli inarrivabili maestri della comicità italiana. Anche se D’Angelo con gli sceneggiatori Age e Scarpelli avrebbe formato il trio delle meraviglie.

Puccio Gamma
3 febbraio. Le Cronache del salernitano

(*) Da www.wikipedia.org
 
Giacomo Furia
Claudio Lotito
Gianfranco Fini
Tommaso D'Angelo
Age, Agenore Incrocci
Furio Scarpelli (*)