Di Persia cita la Gazzetta
di Caserta per 500mila €

500MILA EURO PER i danni non patrimoniali, una somma affidata alla discrezionalità del giudice per i danni patrimoniali, la pubblicazione della sentenza su più quotidiani, di cui almeno uno a diffusione nazionale, e il pagamento delle spese processuali: queste le richieste contenute nella citazione presentata dall’avvocato Fulvio Santorelli per conto del magistrato in

pensione Felice Di Persia, settantadue anni, ex componente del Consiglio superiore della magistratura, dal 2000 al 2005 capo della Direzione distrettuale antimafia della procura di Napoli e in anni lontanissimi pm del caso Tortora, in tandem con Lucio Di Pietro, e solo per i primi mesi titolare delle indagini sull’omicidio del giornalista Giancarlo Siani.


Beniamino e Pasquale Clemente (giornalista)

I destinatari della citazione sono il giornalista Pasquale Clemente, direttore della Gazzetta di Caserta, Beniamino Clemente, padre di Pasquale e direttore responsabile, e l’editore della Gazzetta. La prima udienza è fissata per il prossimo 10 novembre davanti al tribunale di Nola, competente perché il quotidiano si stampa ad Acerra , alla Grafic processing di Augusto Celetti.
Nella citazione Santorelli precisa che l’eventuale risarcimento riconosciuto dalla magistratura a Di Persia sarà interamente devoluto a Telethon e coinvolge nella vicenda l’Ordine dei giornalisti della Campania. Notifica infatti al presidente Ottavio Lucarelli copia della citazione “affinché nel rispetto e nell’adempimento dei propri obblighi, adotti tutte le misure del caso a seguito di attenta verifica e valutazione delle doglianze dell’attore (Di Persia, ndr); traduzione: se ritiene che siano i presupposti, avvii azione disciplinare nei confronti di Pasquale Clemente. “Con espressa riserva – continua Santorelli – da parte dell’istante dottor Felice Di Persia di far valere ogni suo diritto, in separata sede, anche nei confronti di tale Ordine, nel caso che dovesse accertarsi una sua inadempienza, omissione o colpevole inerzia”. E non è ancora finita. “Con riserva – scrive l’avvocato – di richiedere al Tribunale di ordinarsi al predetto Consiglio dell’Ordine Regionale l’esibizione di tutte le denunzie, ad esso Ordine pervenute, e dei successivi documenti procedurali, ad oggetto analoghi comportamenti illegittimi addebitati al quotidiano “La


Lucio Di Pietro e Enzo Tortora

Nuova Gazzetta di Caserta”. In subordine ci si riserva di richiedere l’ordine di ispezione di quanto sopra”. Come si vede, Di Persia e il suo legale hanno intenzioni molto bellicose, articolate in trentotto pagine di citazione. Ma che cosa ha scritto Pasquale Clemente?
Tra il 25 gennaio e il 7 febbraio 2009, Clemente ha scritto quattro servizi, di cui tre firmati nella

rubrica della Gazzetta ‘Punture di spillo’ e uno anonimo a lui attribuibile. Sono tutti centrati su una questione: è opportuna la scelta di un magistrato come Felice Di Persia, a lungo alla guida della Dda partenopea, di accettare la presidenza del consorzio Rinascita, all’interno del quale hanno un ruolo di rilievo i Coppola, Cristiana, vice presidente di Confindustria, e il padre Cristofaro, il quale in anni lontani con il fratello Vincenzo è stato protagonista dello scempio edilizio del litorale domizio?
La questione viene sollevata con una scrittura frontale e tranchant, con continui riferimenti al ‘palazzinaro Coppola’, una definizione che non ha sortito repliche da parte del costruttore, ma che viene etichettata come ‘spregevole’ nella citazione del magistrato, che, insieme all’avvocato Santorelli, elenca una serie di passaggi ritenuti diffamatori. Toccherà al giudice di Nola decidere se c’è stato reato nei confronti di Di Persia o se Clemente ha soltanto esercitato il suo diritto di critica, pur utilizzando espressioni particolarmente aspre.