La tela del generale,
di De Vellis e Fabbro

IL 2 LUGLIO il gip del tribunale di Milano Domenico Santoro ha firmato una ordinanza di 223 pagine con undici indagati per un intreccio di donazioni e appalti truccati. L’ordinanza, che ipotizza i reati di corruzione, false fatture e turbativa d’asta, chiude un filone delle indagini avviate nel 2018 dal pm Paolo Storari che vede quattro persone che spiccano su tutte le altre: il frusinate Ennio De Vellis, titolare di un’azienda di traslochi (“quasi monopolista – scrive il Corriere della

Sera - dei traslochi delle forze dell’ordine”) e mediatore, a pagamento, dei rapporti tra aspiranti fornitori e pubblica amministrazione; il generale dei carabinieri Oreste

William Fabbro e Paolo Storari

Liporace, calabrese di Belvedere Marittimo, già comandante provinciale a Padova, responsabile del Reggimento allievi, marescialli e brigadieri di Velletri e direttore presso il centro Alti studi per la difesa (che è stato con effetto immediato sospeso dall'Arma); i fratelli Massimiliano e William Fabbro, nativi dell’hinterland milanese, imprenditori della ristorazione con un'azienda che fattura 130 milioni di euro. Per i primi due il gip ha disposto gli arresti domiciliari.
I giornali hanno dato ampio rilievo all’ordinanza del gip, fornendo anche i dettagli dei reati. Per Liporace hanno elencato i diversi regali che ha ricevuto dai fratelli Fabbro: una tangente di 22.352 euro mascherata dal pagamento del fitto per un appartamento a Roma di proprietà di Maria Grazia Liporace, sorella del generale; due biglietti per la rappresentazione alla Scala del Macbeth destinati alla figlia del generale e a una sua amica; un autonoleggio con autista per tre giorni trascorsi dalla famiglia a Milano; biglietti per le partite di calcio all’Olimpico; per tre volte borse di Louis Vuitton per un valore di oltre undicimila euro.
Scorrendo l’ordinanza a pagina 26 arriva una sorpresa. Il gip pubblica delle chat e scrive: “Il 19 giugno Liporace riferisce a Fabbro: Domani vedi Velardi a Roma? Vai a trovarlo a Marcianise dopo il primo incontro”. E il magistrato precisa che “tale Velardi è da identificarsi in Antonello Velardi, sindaco di Marcianise dal 29 giugno 2016 al 16 ottobre 2019 e dal 7 ottobre 2020 al 3 ottobre 2022”.
Nella pagina successiva il giudice continua: “In relazione a tali conversazioni, vertenti sul sindaco di Marcianise Antonello Velardi, è stata individuata la seguente chat intercorsa tra quest’ultimo e Massimiliano Fabbro, avviata pochi giorni prima dei messaggi in cui Liporace suggeriva a Fabbro di ‘andare a trovare Velardi’. In data 3 giugno 2017, in chat, Velardi, dopo essersi presentato, riferisce a Massimiliano Fabbro di averlo incontrato nell’ufficio di Liporace insieme ad ‘Ennio’ (verosimilmente De Vellis): ci siamo visti al comando generale dei carabinieri nell’ufficio del colonnello Liporace, presente anche Ennio. Le avevo preannunciato che le avrei mandato il

Ennio De Vellis e Antonello Velardi

mio numero. Eccolo: 336/8448152. Spero di vederla presto, magari a Marcianise”. E il 19 ottobre 2017 “Velardi informa Massimiliano Fabbro dell’indizione di un bando di gara per il

servizio di mensa scolastica a Marcianise”, mentre alle 10,45 del 7 novembre 2017 “Velardi invia a Fabbro messaggi relativi ad alcuni link sui bandi di gara a Marcianise”.
Il gip milanese precisa anche che “dall’analisi delle banche dati non risultano appalti o fatture intercorse tra l’amministrazione comunale di Marcianise e le società del gruppo Fabbro”. Va quindi ribadito con chiarezza che Velardi non è indagato.
È evidente – commenta un avvocato che segue l’indagine sul generale Liporace – che in questo caso non stiamo parlando di reati. Ma voglio esprimere un mio giudizio personale: trovo inopportuno che un sindaco segnali a persone a lui note bandi di gara che sono pubblici e che quindi tutti possono conoscere”.