"Attenti ai frocetti"

Voi sapete che, quando il gioco si fa duro, i duri sono costretti ad entrare in gioco. E Nick ‘o mericano, al secolo Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia del governo italiano, ha rotto gli indugi e si prepara ad affrontare l’ennesima battaglia. Ma ha spalle forti, che hanno già respinto egregiamente attacchi e malelingue (anche se risulta ancora iscritto nel registro degli indagati) che gli arrivavano dai pentiti della camorra di Casal di Principe, cittadina che gli ha dato i natali. Cinque ex dipendenti di Francesco Sandokan Schiavone hanno parlato, anzi sparlato, di lui ai magistrati dell’Antimafia di Caserta. L’ultimo in ordine di tempo l’imprenditore Gaetano Vassallo, il ras dei rifiuti tossici in Campania. Ma prima di lui avevano spettegolato su Cosentino Michele Froncillo (“era il nostro contatto per vincere le gare pubbliche”), Carmine Schiavone, (“candidato della famiglia nelle elezioni comunali e provinciali”), Dario De Simone (“un uomo a disposizione per qualunque cosa gli chiedevamo. Se gli chiedevamo un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che poteva rifiutarsi”), Domenico Frascogna (“insospettabile postino dei messaggi di Sandokan”).
Con un tale parterre du roi cosa volete che siano trabocchetti e imboscate attuati da quella massa di frocetti che stanno a Roma? Si, frocetti. ‘O mericano ha parlato chiaro con alcuni amici casertani, mentre invece il direttore del Mattino Virman Cusenza ha provato a fare il pompiere e stemperare la tensione.
Succede che, in vista delle elezioni regionali per le quali gradirebbe essere il candidato del Pdl, Cosentino incontra sabato 26 settembre alcuni amici (circa 1200) in un baretto di Caserta (il Crowne Plaza). Casualmente c’è qualche cronista infiltrato che è testimone dell’incontro informale. Cosentino, evidentemente contrariato dalle voci che lo vedrebbero perdente nella corsa alla candidatura, anche per la presenza di vari outsiders (come Raffaele Calabrò e come il presidente degli industriali napoletani Gianni Lettieri), complice l’intimità della riunione confida ai suoi amici elettori di Terra di Lavoro: “ Ora posso parlare perché siamo tra di noi. Dobbiamo stare attenti a quei frocetti che stanno a Roma”. Ovazione dei quattro amici presenti, perplessità di un paio di cronisti: “Ma ha detto progetti? Io veramente ho sentito dolcetti”. Un altro: “Ma no, ha detto: A Roma stanno facendo gli scherzetti”. Chiarisce tutto un collega cinefilo. “Macchè. Qua ci sono troppi veleni e l’onorevole argutamente ha fatto una citazione mutuata da un film di Frank Capra. Insomma, Arsenico e vecchi frocetti”. E che c’entra Cusenza?
Il cronista del Mattino, Adolfo Pappalardo, resoconta l’evento. Il direttore pensa che sdoganare va bene, l’outing sarà pure di moda però pensa ai cardiopatici e a quelli che sono appena rientrati a casa dalla messa domenicale (lo zoccolo duro dei suoi lettori) e titola a pagina 43 “Cosentino, frase choc: A Roma decidono i f…”. Il commendatore in pensione, in pantofole nel soggiorno, si chiede cosa sia quella f. Furbi? Farabutti? Il ragù è quasi pronto, l’acqua bolle. La moglie dalla cucina urla: “Che pasta devo calare?” Quella f misteriosa. “La pasta?…f…f… Fa’ una cosa, butta due fusilli”.
I frocetti - parte seconda. Dopo lo sfogo di Nicola Cosentino tra le mura amiche il 26 settembre, e riportato dai giornali l’indomani, nell’appassionante dibattito interviene Italo Bocchino, vice capogruppo Pdl alla Camera, editore del Roma, giudice istruttore di rito berlusconiano incaricato della ricomposizione di controversie interne al partito, relativamente alla componente che fa capo a Gianfranco Fini. E se Cosentino ha bisogno di convocare i suoi elettori in un albergo per lanciare segnali,  Bocchino fa sfoggio delle proprie entrature nei giornali, di cui peraltro aveva già dato un saggio con la pubblicazione sul Roma e sul Mattino di un sondaggio che autorevoli esponenti del suo stesso schieramento politico avevano liquidato come clamorosa “patacca”. Un sondaggio sulla notorietà dei politici del Pdl in Campania e il grado di fiducia riscossa nell’opinione pubblica. Da questa “patacca” sembra che tre campani su cinque dormono con le immaginette di Bocchino e di Mara Carfagna sul comò, mentre quella di Cosentino potrebbe al massimo stare sulla dispensa in cucina, tra il caffè e il sale doppio.
Ma torniamo allo sfogo di Cosentino. Bocchino parla con Angela Frenda del Corsera, che lo aveva individuato come il “frocetto” di cui sopra, alla quale dichiara: “Se lo avesse detto veramente sarebbe incandidabile”. Il giorno dopo sceglie Repubblica Napoli per esporre il proprio pensiero e le proprie certezze. A Conchita Sannino affida un messaggio per  Cosentino: “Bocchino sbarra la strada/ Nicola, fai un passo indietro”.
Intanto siamo proprio sicuri che lo abbia detto? Io non ne sono affatto sicuro. Se così fosse lo avrei saputo”. Pare di sì, a mille e più persone. Chi lo conosce sa che l’editore-deputato è uomo misurato e riservato che non ama le luci della ribalta, ma si sa che il potere è come la miseria: non si può nascondere. E dalle sue parole emerge, irrefrenabile come la miseria, il peso del politico di razza. “Silvio Berlusconi mi ha affidato il compito di eseguire un’istruttoria sullo stato del partito in Campania. Istruttoria che ho eseguito diligentemente e riservatamente. E poi gliel’ho consegnata”.
E quindi? “ Carfagna è la più forte. Contro di lei non c’è partita. Ma se dovesse emergere il nome di Cosentino  mi impegno a risolvere e eliminare i dissidi in 48 ore.” L’iscrizione di Cosentino tra gli indagati, la storia dei Casalesi? “Siamo sicuri che è indagato?” Quanti interrogativi, ma il dubbio è dell’Uomo. L’unica certezza è che ci saranno ulteriori dichiarazioni e chiarimenti. Come in una soap opera to be continued.

Masino Pavese

 
Nicola Cosentino
Francesco Schiavone
Virman Cusenza
Raffaele Calabrò
Gianni Lettieri
Adolfo Pappalardo
Italo Bocchino
Gianfranco Fini
Mara Carfagna
Angela Frenda
Conchita Sannino