Le amnesie di Andrea Manzi

Intanto, in attesa della meritocrazia, nei concorsi continuano ad imporsi i soliti nomi: parenti, amici, figli di notabili, clientes”.
La fascia dei soggetti agevolati cresce perché sfrutta la conoscenza delle regole interne, utilizzandola in maniera anomala”.
La conversazione peripatetica sembra tratta da Oi dialogoi: in realtà è una chiacchierata tra il socratico Raimondo Pasquino e il platonico Andrea Manzi. Si discetta di etica, di morale, di buona politica, di cattivi maestri (Romano Prodi, Luigi Berlinguer) dell’avvento di un demiurgo che rimette le cose a posto (indovinate chi è: uno tra Mickey Mouse, L’Uomo Ragno e Silvio Berlusconi).
L’intervista del vice direttore del Roma con il rettore dell’università di Salerno, di cui Manzi è stato fino a qualche anno fa apprezzatissimo docente, è pubblicata domenica 20 settembre: Campania ancora in mano ai clan è il titolo a tutta pagina che non possiamo non condividere. Nell’arioso botta e risposta c’è spazio per trattare i principali temi del disagio e dell’emergenza che affliggono il Paese.
Ambiente e rifiuti: “Con il governo Prodi mancò l’unicità di indirizzo per affrontare i problemi più spinosi del ciclo, ma il problema è stato risolto da Berlusconi che ha esercitato con puntualità il suo ruolo”. Atenei del Sud che fanno fatica a decollare e provocano la fuga dei cervelli: Una delle cause dei comportamenti non lineari negli ultimi dieci anni è da individuare nella riforma dei concorsi, che porta la firma del ministro Berlinguer”.
Pasquino erede di Bassolino alla Regione (il metodo migliore per bruciare un ipotetico candidato). “Chi è impegnato nella società e in politica, e guarda allo sviluppo della propria terra come a un dovere, può essere considerato un candidato verosimile. Ma sono congetture. Nulla di più”.
Non abbiamo mai avuto l’onore di conoscere il professor Pasquino e il dottor Manzi, e non sappiamo se fumano. Quindi non possiamo sapere se durante la conversazione negli austeri saloni dell’ateneo aleggiasse un intenso odore di tabacco, che notoriamente è causa di gravi disturbi, come ad esempio l’amnesia, e noto come la sindrome di Nicotina. Il fenomeno venne studiato per la prima volta a Messina, alla Facoltà di Economia.  Lì ad un concorso per ricercatore si presentò un solo candidato, Ludovico Nicotina, figlio del professor Giuseppe Nicotina, ordinario di Diritto Processuale Civile presso quello stesso ateneo. Chi vinse? Nicotina, perché gli altri concorrenti decisero di risparmiare i soldi del bus. E fecero bene. Nicotina padre dichiarò: “ I figli dei docenti sono più bravi perché hanno tutta una forma mentis che si crea nell’ambito familiare, tipico di noi professori”. Ci è tornato alla mente Nicotina ( che ad onor del vero si pronuncia Nicòtina, ma volete toglierci anche il gusto della battuta da avanspettacolo?) a proposito di meritocrazia, concorsi, clientes e amici di. Ci è venuto in mente perché a proposito di etica e trasparenza Manzi ha dimenticato di chiedere al rettore Pasquino il parere su un concorso per ricercatore alla facoltà di Ingegneria di Salerno vinto dal candidato Nicola Pasquino, figlio di Raimondo, che al momento dell’esame poteva vantare un curriculum che Josè Mourinho definirebbe di zeru publicaziuni. C’erano altri cinque candidati, ma pare che abbiano contattato via chat i tre mancati candidati di Messina e siano andati tutti a fare una scampagnata a Spilinga, patria della nduja calabrese, a mezza strada tra Salerno e Messina.

Monteiro Rossi

 

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