Denuncia in procura
per minacce e abuso

VENERDÌ 28 SETTEMBRE il cronista di nera e giudiziaria del Mattino Giuseppe Crimaldi sta andando in redazione al centro direzionale. Sono le 15,30 e percorrendo via Milano, a poche centinaia di metri dalla stazione centrale, vede un assembramento di una trentina di extracomunitari di colore e qualcuno che dà in escandescenze. Ferma lo scooter per capire cosa sta succedendo e inizia a filmare la scena con il telefonino. Nel giro di pochi secondi dal gruppo si staccano tre persone che si avvicinano minacciose, gli intimano di interrompere le riprese e lo colpiscono alle gambe con calci facendolo cadere a terra.
Fermiamo le immagini perché fin qui siamo di fronte a scene purtroppo ordinarie di violenza urbana. Ora però la vicenda ha una svolta. Da terra il giornalista vede che c’è un gruppo di vigili urbani e si tranquillizza perché uno di loro si sta dirigendo verso di lui.
Continuiamo il racconto con le parole utilizzate dal cronista nella querela presentata ai carabinieri: “pensavo che stesse accorrendo in mio soccorso, ma subito realizzai che così non era. Assumendo un atteggiamento fortemente aggressivo e minaccioso nei miei confronti e

dandomi del tu mi intimava di cancellare immediatamente dal mio telefono e davanti a lui il video che avevo realizzato poco prima”.
Crimaldi si rifiuta di consegnare il

Napoli. Rissa tra extracomunitari a via Milano (*)

telefonino, si qualifica come redattore del Mattino e chiarisce che stava filmando un fatto di cronaca avvenuto in strada. Il vigile non demorde e “con un atteggiamento sempre più autoritario e aggressivo” gli intima di nuovo di cancellare il video, minacciando altrimenti di accompagnarlo al comando dei vigili urbani.
Temendo per la mia incolumità, non solo per l’aggressione fisica subita dagli extracomunitari , ma anche e soprattutto in ragione dell’atteggiamento fortemente aggressivo tenuto da un pubblico ufficiale” il cronista si rialza in piedi e si allontana rifugiandosi in una macelleria etnica di via Firenze. Riesce a contattare il capo dei vigili urbani di Napoli Ciro Esposito al quale racconta l’accaduto e chiede di inviare sul posto un superiore del vigile che intanto lo ha raggiunto.
Nel negozio. - è scritto nella querela – si rivolge al titolare chiedendogli ‘ti sta dando fastidio questo qua?’ E il negoziante, chiaramente imbarazzato e soggiogato dalla presenza di un uomo in divisa, non può far altro che annuire con un gesto della testa. L’agente inizia poi a irridermi davanti a tutti con frasi dispregiative: ‘Guardate come sta tremando 'sto pover’uomo’. Quindi chiede i miei documenti di identità e io, ancora scosso da quanto accaduto gli fornisco le mie generalità complete. Faccio comunque presente all’agente che la cosa non sarebbe finita lì e che avrei dato seguito a una denuncia sul comportamento da lui tenuto nei miei confronti. A quel punto l’agente mi afferra con forza per un braccio, tentando di trascinarmi fuori dal negozio. Soltanto allora compare un suo superiore il quale si qualifica come luogotenente che subito allontana da me l’agente”. Il nuovo arrivato chiede al giornalista che cosa è successo poi va fuori dal vigile per ascoltare la sua versione. Cala il sipario.
Il 9 ottobre Crimaldi presenta alla stazione dei carabinieri di Napoli Stella una querela denunciando di essere stato vittima di minacce e di abuso di autorità. Sul Roma on line del 5 ottobre il giudice Pietro Lignola scrive che quanto è accaduto a via Milano è “un fatto di eccezionale gravità”. E non si può che essere d’accordo.
Il ripristino della legalità a Napoli è un percorso molto lungo ma non può che partire dalle forze dell’ordine, vigili urbani inclusi.   
Sulla vicenda Iustitia ha sentito il capo dei vigili Ciro Esposito che si dichiara assolutamente sereno e minimizza l’episodio. “Quel pomeriggio – dice – è scoppiata una rissa tra extracomunitari e i miei uomini sono intervenuti per calmare gli animi. Quando un gruppetto si è diretto verso una persona che stava facendo delle riprese il mio agente ha cercato di evitare altre violenze. Questo è quanto risulta dai nostri verbali. Se c’è una querela lasciamo che la procura faccia il suo lavoro perché davanti ad atti che sono al vaglio dell’autorità giudiziaria mi sento tranquillissimo. E se qualcuno ha sbagliato ne risponderà”.

(*) Da www.giustizianews24.it