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Telespettatore risarcito
per gli spot mascherati
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LA SOMMA È molto modesta, cento euro, ma il sigillo della Cassazione sulla richiesta di risarcimento per “danno esistenziale” dovuto al bombardamento da spot mascherati stabilisce un precedente importante.
Il protagonista della rivolta contro la pubblicità molesta e occulta è un dipendente del Comune di Napoli, Vincenzo Chiozzi, che durante la telecronaca su Italia 1 della semifinale di Champions league Milan-Inter, disputata il 13 maggio 2003, era stato martellato dai telecronisti con l’annuncio dell’imminente uscita in edicola del settimanale Controcampo.
Assistito dall’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noi consumatori, Chiozzi ha citato in giudizio Mediaset e Rti, Reti televisive italiane, denunciando “una forma di pubblicità occulta, in suo danno, con
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conseguente alterazione psichica e stress”. Ha inoltre segnalato che nonostante i suoi reclami il ‘bombardamento’si era ripetuto il giorno seguente e due settimane più tardi, in occasione dell’altra semifinale e della finale.
Carlo Russo, giudice di pace di Napoli, settima |

Vincenzo Carbone (*) e Angelo Pisani |
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sezione, ha ritenuto fondato il ricorso e con sentenza del 18 settembre 2006 ha condannato le due società a risarcire con cento euro Chiozzi e a pagare cinquecento euro per le spese di giudizio.
Contro la sentenza i legali di Mediaset e di Rti, il professore Aldo Frignani e l’avvocato Ennio Cicconi, hanno presentato ricorso in Cassazione.
“Il 4 agosto – dichiara Angelo Pisani - la Suprema corte a sezioni unite, presidente Vincenzo Carbone, ha depositato la sentenza con la quale rigetta il ricorso proposto da Mediaset e Rti, conferma la sentenza di primo grado e compensa le spese legali. Dopo Chiozzi altri due cittadini napoletani, Simone Forte e Alessia Lubrano, hanno citato in giudizio le società del Biscione, ottenendo dai giudici di pace sentenze favorevoli. Siamo ora in attesa delle decisioni della Cassazione”.
(*) Da www.giustizia.it |
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