Risarcito Mario Rui

Eupalla, la chiamava Gianni Brera: è la dea del pallone, cinica, volubile, beffarda, ma con una logica insindacabile. Eupalla, sorniona e imprevedibile, si manifesta sotto le mentite spoglie di Dike, dea della giustizia nella mitologia greca.
Succede che il 26 febbraio le pagine nazionali dello sport di Repubblica, coordinate dal napoletano Angelo Carotenuto, propongono un servizio su Cagliari – Napoli stravinta dagli azzurri di Maurizio Sarri per 5-0: si parla del gol di Marek Hamsik e di come sia nato grazie ad una giocata "all'olandese" da parte del Napoli, con tutti gli undici giocatori che toccano palla per ventotto volte senza che gli avversari riescano ad intervenire. A corredo del servizio ci sono le fotine degli undici 'olandesi' protagonisti della esaltante giocata: e c'è anche Mario Rui, autore tra l'altro del quinto gol, che però appare con le sembianze di Lorenzo Tonelli, che a Rui non somiglia neanche da lontano.
Ma Eupalla e Dike sono lì che vigilano e meditano un atto di giustizia: che arriva il primo aprile, una finezza divina, sempre sulle pagine di Repubblica, in occasione del pareggio tra Sassuolo e Napoli per 1 a 1. Gli azzurri pareggiano grazie ad un autogol in cui mette lo zampino Jose Maria Callejón. Le pagelle, firmate da Marco Azzi, dicono: Mario Rui 6 – si riscatta con il gol che vale il pareggio, ma in difesa stenta. Ora Rui con il pareggio non c'entra una mazza, come la barba di Tonelli nella foto di Rui. Ma, come diceva Totò, è la somma che fa il totale.

Masino Pavese

 
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