Ko giudiziario numero 11
per Francesco Caltagirone

IL CAVALIERE DEL lavoro Francesco Gaetano Caltagirone, editore di sei quotidiani (Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino di Venezia, il Nuovo Quotidiano di Puglia e il free press Leggo), ha stabilito un record che non ha precedenti: in questi giorni ha incassato l’undicesima decisione sfavorevole della magistratura per il licenziamento illegittimo di un suo dipendente.
Come patron del Messaggero, con l’assistenza dell’avvocato Giovanni

Lazzara, ha impugnato la reintegrazione in servizio di Lorenzo Carresi, dal 1987 archivista del quotidiano di via del Tritone, difeso dagli avvocati Marco Petrocelli e Fabio Pons.
Il giudice della seconda sezione lavoro del tribunale di Roma Luca Redavid con il dispositivo reso pubblico il 4 dicembre ha così deciso: rigetta il ricorso presentato da Caltagirone e,

Lorenzo Carresi

per l’effetto, dichiara la nullità del licenziamento impugnato, ordina la reintegrazione del convenuto (Lorenzo Carresi, ndr) nel posto di lavoro e condanna la società ricorrente al risarcimento del danno subìto dal convenuto liquidato in misura pari alle retribuzioni mensili maturate dalla data del licenziamento a quella della effettiva reintegra sulla base dell’ultima retribuzione globale di fatto pari a 3.092,83 euro, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria dalla maturazione al soddisfo, nonché al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali maturati nel medesimo periodo; condanna la società ricorrente al pagamento delle spese di lite liquidate in complessivi 5mila euro oltre spese generali 15 per cento, Iva, Cpa come per legge”.
Tutto risolto, quindi? La risposta è no perché Caltagirone non dà esecuzione ai provvedimenti della magistratura e dopo una sentenza di reintegra nel posto di lavoro fa partire un altro licenziamento.
C’è un sistema per interrompere questo circolo che soffoca anche il dipendente più resistente? Finora il disprezzo per chi lavora e la mancata

Napolitano nomina Caltagirone Cavaliere del lavoro

ottemperanza delle sentenze sono stati ‘vincenti’.
Siamo di fronte a comportamenti reiterati e ‘offensivi’ che richiedono forse una risposta ‘straordinaria’. Finora nessuno

dei lavoratori di Caltagirone si è rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è anche la guida del Consiglio superiore della magistratura. E non va dimenticato che Caltagirone nel 2006 è stato nominato dall’allora presidente Giorgio Napolitano ‘Cavaliere del lavoro’. Resta da chiedersi come l’imprenditore siculo-romano intende rispettare l’onorificenza che ha ricevuto.

Fabio D’Ercole