Cesaro, candidato ancora 'in pectore'

Il Pdl rimette in moto la macchina da guerra e chiama a raccolta ascari e truppe cammellate della Campania abili e arruolabili per le prove tecniche di conquista del territorio. L’obiettivo è stanare Rosa Iervolino, Antonio Bassolino e Dino Di Palma dai “bunker dove il centrosinistra sta vivendo le sue ultime ore”. Proprio come Adolf Hitler, che però aveva almeno il conforto della cagnetta Blondie.
Si comincia il 17 gennaio in una sala di un albergo del lungomare napoletano, “gremita all’inverosimile”, per la presentazione ufficiale del candidato alla presidenza della Provincia, quel Luigi Cesaro, deputato e numero due di Forza Italia in Campania, coinvolto in un traffico di mozzarelle di bufala sull’asse Sant'Antimo - Arcore (lui stesso ammise tempo fa: “Ne mando una ventina di chili a Berlusconi ogni tanto perché ne è ghiotto e mi ha detto: Gigi, la tua mozzarella la mangio perché so che i tuoi amici la fanno con cura e non ti farebbero mai un torto”). A istinto ci sentiamo di confermare la fiducia del Presidente.
Il Mattino affida l’apertura delle pagine di cronaca al team formato da Aldo Balestra e Adolfo Pappalardo, che offrono al lettore servizi ricchi di annotazioni e analisi politiche affidate ai leaders presenti sul palco. La pasionaria Mara Carfagna promette: “Restituiremo dignità ai campani”, mentre sul palco prendono posto “il sottosegretario Nicola Cosentino e l’ex ministro Nicola Landolfi” che per la verità si chiamerebbe Mario, ma in vista della fusione tra Forza Italia e An ci sembra un distinguo superfluo. C’è anche “il segretario del Nuovo Psi Stefano Caldoro” che non si chiama ancora Nicola in quanto socialista, e quindi bisogna andarci cauti. E Cesaro, rispondendo a una domanda che nessuno aveva posto, infiamma la platea: “Sono sereno e tranquillo. Non avrei accettato se avessi scheletri nell’armadio”. Sugli scheletri si inserisce anche il senatore De Gregorio, il quale “fa sapere che le accuse contro di lui, per concorso esterno in associazione mafiosa, sono state archiviate”.
Le linee essenziali del programma vengono illustrate dallo stesso Luigi Cesaro, “candidato del centrodestra in pectore”. E immaginiamo la sua bruciante delusione l’indomani, quando apprende da Balestra e Pappalardo che per il momento è in pectore, poi si vedrà. Sono le imboscate della politica.
I quali Balestra e Pappalardo, non ancora soddisfatti di aver dato questa amarezza, rovinano anche il ragù domenicale al presidente in pectore che, nella piazza di Sant’Antimo, sfoglia il quotidiano diretto da Mario Orfeo. Il duo del Chiatamone, infatti, nell’incipit del servizio informa che “il Pdl pigia il piede sull’acceleratore e, con sei mesi di anticipo rispetto all’apertura delle urne, presenta il candidato alla Provincia”.
Cesaro si fa un po’ di conti: siamo al 17 gennaio, tra sei mesi saremo nella seconda metà di luglio, in pieno solleone. Ma le elezioni non erano state fissate per il 6 e 7 giugno? Rischia di andare a monte la vacanza sul litorale domizio, il falò e la grigliata di mezzanotte con i vecchi amici. Un’altra imboscata.

Hans Schnier
(*) Da www.slate.com
 
Adolf Hitler (*)
Luigi Cesaro
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Nicola Cosentino
Mario Landolfi
Stefano Caldoro