Oblio. Anche la Cassazione, nel 2009, si è pronunciata in maniera inequivocabile: tutti hanno il diritto di invocarlo.
In ossequio a questo principio ci ritorna in mente un episodio dei primi anni Novanta, dimenticando i protagonisti.
Era l’epoca della tangentopoli napoletana, i politici erano nella bufera, ogni giorno c’era un colpo di scena.
Un giorno si parlò molto delle vicissitudini giudiziarie di Antonio Fantini, democristiano di antica militanza, e a tarda sera il direttore preparò la prima pagina, lasciò solo lo spazio di una foto da aggiungere e disse al redattore capo: Prima di andar via ricorda di mettere una foto di Fantini. Il collega responsabile della chiusura emerse da una selva di bottiglie di birra e lo tranquillizzò. L’indomani in prima uscì un servizio corredato dalla foto di puledri al trotto, guidati da inappuntabile driver. Fantini, appunto. Succede nelle migliori scuderie.
Stavolta a scivolare nell’errore equino è stato il Mattino del 10 dicembre, a pagina 54: nessuna foto sbagliata, ma il risultato è ugualmente esilarante, quanto l’episodio del capo redattore che sussurrava alle birre.
Succede che a Marano i partiti di opposizione polemizzano col primo cittadino Mario Cavallo e il titolo del pezzo firmato dal corrispondente Ferdinando Bocchetti recita: Crisi, il Pd accelera “Subito la verifica”, e al desk del Chiatamone per completezza dell’informazione aggiungono opportunamente nel sommario Ultimatum al Cavallo. Ma cosa gli avranno detto per stringerlo alle corde? Niente biada per cinque giorni? Niente strigliatura per un mese? Non è dato sapere: forse, come capitò alla madre di Giovanni Pascoli, nella scuderia Marano sonò alto un nitrito. |