Continua la querelle
Barbano-De Magistris

È COMINCIATO MALE il 2017 per il direttore del Mattino Alessandro Barbano. Il 4 gennaio il Corriere del Mezzogiorno apre la prima pagina con la notizia che il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha costituito un comitato di saggi che dovrà seguire le questioni della legalità e ne ha affidato la presidenza al giornalista Sandro Ruotolo affiancato dal penalista Claudio Botti, dallo scrittore Maurizio Braucci, dall’inviato del Mattino Gigi Di Fiore e dal politico e saggista Isaia Sales. All’interno, a corredo del servizio

firmato da Simona Brandolini, ci sono le foto dei ‘saggi’ con la riproposizione di Ruotolo, già presente con una maxi foto in prima, ma, con una scelta elegante, non c’è l’immagine del giornalista del Mattino.
Anche Repubblica Napoli con un colonnino siglato da Dario Del Porto annuncia l’iniziativa e fa lievitare a sette i componenti del comitato aggiungendo all’elenco i nomi dell’assessore comunale Alessandra Clemente e del docente

Maurizio Braucci

universitario Giuseppe Ferraro. A via Chiatamone invece sono all’oscuro dell’iniziativa e bucano la notizia che viene recuperata con due giorni di ritardo all’interno di un articolo di cronaca. A margine va notato che Di Fiore, in quei giorni in ferie, non ha ritenuto di informare il direttore dell’incarico ricevuto.
Il comitato per la legalità rappresenta l’ultima puntata di una querelle che vede da molto tempo contrapposti via Chiatamone e palazzo San Giacomo. Per ragioni ideologiche Barbano non ama De Magistris e non perde occasione per attaccarlo. Ricordiamo negli ultimi mesi le polemiche sull’albero di ferro alla rotonda Diaz, che ha poi registrato un grande successo con oltre centomila visitatori, e sulle sponsorizzazioni per il restauro dei monumenti quando è stato necessario l’intervento di Vittorio Sgarbi per ricordare a Barbano che le sponsorizzazioni si fanno dovunque in Italia, in Europa, nel mondo.
In risposta, ogni volta che può, il sindaco restituisce qualcuno dei tanti calci che riceve. Non a caso uno dei pochissimi colpi messi a segno negli ultimi mesi da Repubblica Napoli è, sulla pagina Facebook del giornale, la diretta settimanale dei lettori con il sindaco che nasce soprattutto come replica all’ostilità del Mattino. Il focoso De Magistris si difende e attacca, ma a volte

Vittorio Sgarbi

va fuori pista come è successo nei giorni convulsi di fine anno. Il 28 dicembre il cronista che da anni segue con professionalità il Comune, Lugi Roano, pubblica un articolo sui mal di pancia degli alleati intitolato “Rimpasto, è bagarre: chiesti 5 cambi in giunta”, con catenaccio “Pressing su de Magistris da Moderati, Riformisti e Verdi: ‘Rispetto, siamo una coalizione’ ”. 
Il giorno successivo il sindaco risponde a

una domanda sul rimpasto della giunta. Fa una premessa: non ha letto il Mattino (“i giornali li leggo la sera”) ed è stato informato dell’articolo di Roano dal suo addetto stampa, Domenico Annunziata; quindi parte lancia in resta: “capisco che durante le feste natalizie ci sia anche un uso significativo di sostanze alimentari e alcoliche, ma forse c'è qualcuno che si vuole candidare per fare il sindaco di Napoli nel 2021 e vuole fare il programma elettorale al sindaco”.
Immediata la durissima replica del Sindacato unitario dei giornalisti campani: “prima di usare espressioni gravi e inopportune nei confronti di un giornalista di indiscussa professionalità, il sindaco de Magistris dovrebbe almeno leggere gli articoli. Nel pezzo in questione e nei titoli si scrive chiaramente che sono i partiti e i gruppi consiliari a chiedere sostanziosi cambi in giunta, e non che il sindaco effettuerà tali cambi. Evidentemente non è il collega ad aver esagerato con l’alcol durante le feste natalizie, ma forse il sindaco o qualche suo collaboratore”.
Nella nota viene ribaltata l’accusa di eccesso d’alcol indirizzata al sindaco “o qualche suo collaboratore”. Il giorno successivo a dar man forte al Sugc

scende in campo la Federazione della stampa: “informiamo il sindaco Luigi De Magistris che la replica è un diritto, l'insulto no. La stampa va rispettata”.
Il 30 dicembre il sindaco diffonde una nota conciliante nei confronti della Fnsi e dei giornalisti: “ho sbagliato a usare l’ironia, non sono stato compreso. Se ho turbato la vostra serenità vi chiedo davvero scusa”. Allora, problema risolto? Assolutamente no perché De Magistris

Domenico Annunziata

mette sul tappeto un’altra questione:apprendiamo con stupore che mi sarei sottratto a dibattiti televisivi con giornalisti sgraditi ed avrei fatto sapere di non voler partecipare a trasmissioni con gli stessi giornalisti che mi avevano criticato. A parte che per quanto mi riguarda non esistono giornalisti graditi e giornalisti sgraditi: ma esistono solo i giornalisti. Sono da anni ospite di innumerevoli trasmissioni dove mi sottopongo, come è giusto che sia, alle domande anche più insidiose dei giornalisti che mi intervistano ed al confronto con il pubblico. Mai nella vita mi sono sottratto a qualsiasi dibattito o domanda. Sfido chiunque a dimostrare il contrario”.
Che cosa è successo? In un primo momento De Magistris aveva disdetto il tradizionale confronto di fine anno negli studi di Televomero condotto da Fabiola Conson con il presidente dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli con il cronista del Mattino e consigliere Fnsi Gerardo Ausiello e con la giornalista Annarita D’Ambrosio, poi ci aveva ripensato dopo che qualcuno,

Luigi Roano

non il sindaco, aveva fatto sapere che i giornalisti non erano graditi. L’intervista si era quindi svolta ma era presente soltanto la padrona di casa Fabiola Conson. Passa qualche giorno e il 2 gennaio il confronto a Televomero si fa; questa volta a squadra completa: con la Conson ci sono il sindaco, Ausiello e Lucarelli, senza la D’Ambrosio malata, al suo posto c'è la giornalista Laura Viggiano.
Storia chiusa con una osservazione: quanti

problemi nascono se un collaboratore qualche volta vuole strafare. Rimane ora soltanto una piccola questione: secondo Iustitia, De Magistris dovrebbe chiamare Roano, che da sei anni si occupa quotidianamente di palazzo San Giacomo, e invitarlo a bere un caffè.