La sagra degli errori

Saranno stati gli effetti delle libagioni natalizie, o chissà cosa, fatto sta che è una vera e propria sagra degli errori quella che caratterizza un articolo di Federica Zaniboni apparso a pagina 10 del 27 dicembre sul Mattino, diretto da Francesco De Core.
Il servizio è dedicato alla rapina in strada subita dal rampollo di Matteo Salvini. Si parte dimenticando la regola della lettera maiuscola a inizio di frase: “erano in due”. Poi è il turno del verbo che, evidentemente, al Mattino hanno deciso che debba essere sottinteso: ce lo dobbiamo mettere noi lettori: “Il figlio del leader della Lega ha consegnato il cellulare e poi si è alla polizia”. Forse si è “recato” alla polizia?
Quindi tocca a una forma dialettale trasposta in italiano: “Chi si ha preso di mira Federico Salvini probabilmente non lo ha riconosciuto”. Giustamente viene da chiedersi: chi se lo ha preso di mira?
Ritorna il verbo mancante, in un’altra frase: “Perché i due malviventi gli hanno alla gola un frammento di vetro”. Forse “gli hanno puntato alla gola (…)”?
Infine, se prima i verbi erano sottintesi, ora diventano coniugati al presente indicativo, anche se dovrebbero andare al passato: “Questi”, cioè i malviventi, “si sono allontanano a piedi e lo hanno lasciano andare”. Ovviamente la Zaniboni intendeva dire “si sono allontanati” e “lo hanno lasciato”.
La cosa che ci lascia sempre sconcertati, quando leggiamo questi strafalcioni, è che persino i correttori automatici li segnalano. Per esempio, nel corpo della mail che viene inviata a Iustitia ben tre degli errori messi in evidenza vengono sottolineati in blu. Date retta a questi strumenti, alle volte tornano utili.

Maurizio Coppola

 
Federica Zaniboni
Francesco De Core
Matteo Salvini