Respinte 150 iscrizioni
e la mazzetta da 7.500 €

IL CONSIGLIO direttivo del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania ha respinto il blocco di 150 iscrizioni, accompagnato da una mazzetta di 7.500 euro, presentato il 27 aprile dai pubblicisti Domenico Falco, Francesco Ferraro e Alessandro Sansoni.
Le iscrizioni di massa, con il fascio di 150 banconote da 50 euro, hanno rapidamente conquistato la ribalta della cronaca nazionale e provocato un duro commento del segretario Raffaele Lorusso e del presidente

Giuseppe Giulietti della Federazione nazionale della stampa. E il Fatto Quotidiano racconta che Falco avrebbe organizzato la presentazione di un pacco di 150 iscrizioni per conquistare delegati al prossimo congresso della Fnsi e poi

Domenico Falco e Claudio Silvestri

preparare la scalata al sindacato campano dei giornalisti. Operazione che sarebbe stata messa a punto con il segretario generale aggiunto della Federazione della stampa Carlo Parisi, dominus indiscusso dei giornalisti calabresi, per conquistare posizioni di vertice nel governo della Fnsi che uscirà dal congresso.
Torniamo alle motivazioni della ‘bocciatura’ che sono contenute nelle cinque pagine del verbale della riunione tenuta il 21 giugno con la partecipazione di dieci dei dodici componenti del direttivo. Il segretario dei Sugc Claudio Silvestri ha dapprima riferito sull’incontro del 27 aprile durante il quale, nonostante fosse affiancato dall’avvocato del sindacato Eugenio Salzano, c'erano stati momenti di confronto aspro.
Il segretario ha poi esaminato il merito delle domande di iscrizione chiarendo che andavano respinte per quattro motivi: mancavano “per 147 delle domande presentate una procura o quantomeno una delega a farsi sostituire nell’attività giuridica da altri”; ai 147 non era “stato possibile dare l’informativa sul trattamento dei dati personali in quanto non presenti personalmente”; “non risultava versata, al momento della

Francesco Ferraro e Alessandro Sansoni

presentazione della domanda, l’importo della quota associativa e tale non potrebbe esserlo quello ricompreso nei 7.500 euro consegnati” al segretario “poiché, essendo un importo unitario, non consente di distinguere una quota

associativa dall’altra”, dal momento che variano dai 50 ai 60 euro.
Ultimo motivo, però non meno importante: “dall’attività di controllo è emerso che alcuni aspiranti associati contattati non sapevano nulla della domanda presentata per conto loro e addirittura a loro firma”.
I consiglieri, preso atto che 147 dei giornalisti hanno chiesto l'iscrizione secondo una modalità che non poteva essere accettata, hanno deciso all’unanimità di non accogliere le loro domande.
Per quanto riguarda Falco, Ferraro e Sansoni i consiglieri del direttivo hanno respinto le loro domande “per violazione dei principi di correttezza e buona fede” stabiliti dal codice civile. Infine, attraverso la segreteria, i dirigenti del Sugc hanno contattato Domenico Falco per sapere con quale modalità vuole la restituzione dei 7.500 euro.