Alfredo Romeo e Romeo Alfredo

Più di due mesi e mezzo a Poggioreale tra delinquenti incalliti, estorsori e mariuncielli. Ma anche nel Padiglione Avellino, come ci informa Carlo Franco sul Corriere del Mezzogiorno del 7 marzo, Alfredo Romeoè riuscito ad organizzarsi facendo da maestro ai compagni di cella”. Perché il carcere, talvolta, riesce nel suo scopo istituzionale di redimere e riportare sulla retta via.
Così sono passati settantanove giorni per l’immobiliarista accusato di essere “il promotore di un’associazione a delinquere che aveva come finalità la turbativa d’asta e la corruzione”: giorni cadenzati da insegnamenti di vita, carisma e silenziose fumate di Barclays, le raffinate sigarette che “allo spaccio di Poggioreale neanche sanno che sono”. Ed è vero: pare che dopo le ostriche e il Dom Perignon il padrino Paolo Di Lauro debba accontentarsi di rollarsi una sigaretta col tabacco trinciato.
Poi la sera del 6 marzo, nonostante il parere contrario dei pubblici ministeri Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, il giudice Enrico Campoli rimette in libertà: “deve essere stato peggio dell’inferno”, ricordiamo ancora con un partecipe Franco, “abituato al lusso della villa a Posillipo, nella quale ha fatto crescere un giardino pensile con fiori e frutti tropicali” (nella rigorosa biografia il cronista dimentica che per quell’eden abusivo Romeo è stato condannato a tre anni e mezzo, come puntualizza invece Stefano Piedimonte in altra pagina, ricordando anche che i legali sono ricorsi in appello).
Torniamo a Carlo Franco e al “dandy che vestiva con ricercatezza vistosa e aveva scelto come coiffeur Peppino Boellis alla Vetriera”. All’uscita da via Poggioreale 177 Romeo “si è imbucato in un’Alfa 156 ed è fuggito ad abbracciare sua moglie, Maria Vittoria Parisio Perrotti, contessa di Nusco”. A Roma direbbero “Hai detto cotica!”, Totò invece “Alla faccia del bicarbonato di sodio”.
E’ quasi svenuto quando gli hanno notificato che il gup gli aveva ridato la libertà”, annota Franco, e agli avvocati difensori (Bruno Von Arx e Francesco Carotenuto) ha sussurrato: “ora devo ricaricare le batterie”, forse un pensiero nostalgico per la Jaguar abbandonata tra le banane e le scimmiette di Posillipo.
Nelle stesse ore, anzi quasi nello stesso momento, viene scarcerato anche Romeo Alfredo, omonimo dell’immobiliarista. Qui, il 7 marzo, scende in campo addirittura il Corrierone con Fulvio Bufi. Avvezzi come sono a tangentopoli e a Mani pulite, il resoconto è distaccato e accademico: “Alla notizia della scarcerazione avrebbe reagito con freddezza”. Varcato il portone Romeo Alfredo si è dileguato nella nebbia, anonimo tra i parenti dei dannati di quell’inferno dove non si trovano le Barclays. Non si sa come sia tornato a casa, e neppure se abbia una casa. Forse avrà preso il tram numero 1, capolinea al grande cimitero della zona orientale.

Masino Pavese
 
Carlo Franco
Alfredo Romeo
Raffaello Falcone
Bruno Van Arx
Francesco Carotenuto
Fulvio Bufi