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Denaro, Grassi
redattore capo
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L’EDITORE E DIRETTORE del quotidiano Il Denaro Alfonso Ruffo lancia in pista un nuovo redattore capo: da fine gennaio ha in gerenza il ruolo di numero due Antonello Grassi. Prende il posto di Enzo Agliardi, che rimane in gerenza e si occupa dell’area tecnica del giornale.
Non si sa se per i carichi di lavoro o per il carattere di Ruffo, la durata dei numeri due del Denaro è in genere piuttosto breve. Basta ricordare qualche nome: Guido Pocobelli Ragosta, Claudio D’Aquino, Enzo Agliardi, già sette anni fa coordinatore, Antonio Arricale, Goffredo Locatelli. |
Cinquaquattro anni, da ventotto professionista, maturità classica e studi di Ingegneria interrotti al terzo esame, Antonello Grassi, che viene dalla famiglia probabilmente più numerosa del giornalismo napoletano (nonno, padre, zio, fratello, sorella, cugino, tutti nel mondo |

Antonello Grassi e Alfonso Ruffo |
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dell’informazione di ieri e di oggi), alla metà degli anni settanta comincia a collaborare per gli spettacoli al Roma di Achille Lauro, quotidiano che ha come vice direttore il padre, Gino Grassi. All’inizio del ’79 il figlio del Comandante, Ercole, decide di cambiare la rotta politica del giornale, spostandolo dalla destra verso il centro dello schieramento politico: la direzione è affidata a Antonio Spinosa, il vice è Franco Grassi, fratello di Gino; vengono anche assunti tre praticanti (Andrea Cinquegrani, Giustino Fabrizio e Antonello Grassi) e regolarizzati due abusivi (Gianfranco Lucariello e Antonio Sasso). Dopo poco più di un anno e mezzo il Roma chiude. Negli anni ottanta Grassi lavora al quotidiano Napolinotte e poi al Giornale di Napoli; nel novembre del ’90 è nella squadra costruita da Ottorino Gurgo, direttore del Roma rimesso in pista con i soldi dell’imprenditore Pasquale Casillo. Trascorrono tre anni e il Roma si spegne di nuovo. Grassi dal ’94 al ’96 dirige il notiziario di Radio Kiss Kiss; nel biennio successivo lavora a Senzaprezzo, il quotidiano free press edito da Vincenzo Palladino. Dalla primavera del 2000 inizia a lavorare al Denaro come collaboratore e, nell’estate del 2002, ottiene un contratto da redattore.
Perché Ruffo punta su Grassi? Forse perché è in confusione, nel senso che non sa bene cosa gli riserva il futuro a breve e a medio termine. Il pilastro della macchina complessa messa in piedi dall’editore del Denaro è stato fino ad |

Pasquale Casillo, Ottorino Gurgo, Ercole Lauro e Antonio Spinosa
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oggi il cospicuo finanziamento pubblico, che non è più una certezza. E non si sa quanto dureranno persino i rapporti solidi costruiti nel tempo con gli
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assessori regionali delle varie squadre di Bassolino. Per avere conferma della presenza straripante degli assessori campani sul giornale è sufficiente digitare nell’archivio del sito Denaro.it il nome di Andrea Cozzolino e, a risalire, di chi ha retto gli assessorati più importanti, a cominciare dalle Attività produttive e dalla Ricerca scientifica.
In attesa di capire bene che succede, e di conseguenza quale deve essere la mission del Denaro e delle varie società collegate, Ruffo ha deciso di fare un giornale più giornale, che significa più notizie e, se possibile, più vivacità. |
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