Senza bavaglio del 18 luglio

Problemi tra Grauso e Seregni: sospesa da martedì la pubblicazione
di E Polis
I quotidiani del Gruppo E Polis, giornale a distribuzione mista (free press e in edicola a 50 centesimi), non sono usciti. Da martedì è stata sospesa la pubblicazione del quotidiano di Nicola Grauso a causa della rottura delle trattative tra l'editore e lo stampatore Seregni nell'ambito di un progetto di ricapitalizzazione del gruppo. Immediata la reazione dei dipendenti della società editoriale, del sindacato della stampa e del mondo politico.  Da
martedì, riferisce il Comitato di redazione, i giornalisti di E Polis sono in assemblea permanente.
"E' grandissima la preoccupazione per il futuro occupazionale dei 130 giornalisti, del personale tutto e dei dipendenti della concessionaria pubblicitaria E Polis Media, nonché per i lavoratori dei centri stampa. In gioco -  si legge nel comunicato del Cdr  - é la sopravvivenza di un progetto unico e innovativo nel panorama dei media nazionali". L'assemblea dei redattori ha comunque garantito che continuerà a lavorare come ogni giorno finché non si sarà trovata una soluzione.
Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura della Camera
(competente anche per l'editoria) ha espresso in una nota "la più forte solidarietà ai giornalisti e ai lavoratori dei quotidiani del gruppo E-Polis, una realtà originale nel panorama editoriale che ha conquistato credibilità e lettori" e ha sollecitato il governo chiedendo al sottosegretario Levi di intervenire nella trattativa tra l'editore e lo stampatore, al fine di tutelare centinaia di
posti di lavoro e il pluralismo dell'informazione. "Mi impegnerò personalmente e insieme alla Commissione - ha garantito Folena - affinché il giornale esca da questo stallo e possa essere rilanciato al più presto".
Dal canto suo, la segreteria della Federazione Nazionale della Stampa sta seguendo la situazione e ha comunicato ai circa 130 giornalisti dipendenti e i numerosi collaboratori la propria vicinanza in un momento tanto difficile per la testata che, nonostante i problemi di conto economico, vedeva il 4 luglio scorso la sua concessionaria interna Epm, attiva dall'inizio di maggio,
raccogliere pubblicità a tutto spiano."Nei primi due mesi di attività -  aveva dichiarato Alberto Bovo, direttore generale della struttura - la raccolta è cresciuta di una percentuale a due cifre rispetto al primo quadrimestre dell'anno (quando a raccogliere era ancora Publikompass,). Abbiamo avuto pianificazioni di Unilever, Autogerma, Intesa, Ferrovie, Eni. Questo ci lascia ben sperare per l'autunno".
Grauso, da parte sua, aveva confermato un potenziale pubblicitario di 73 milioni all'anno siglando con la concessionaria Il Sole 24 Ore System un accordo per la raccolta della pubblicità legale locale per il 2007 e il 2008. Un aumento di raccolta (unica fonte di sostentamento per un quotidiano free) vitale per il gruppo. Ma allora, cos' è successo?
I problemi di conto economico del giornale erano comunque una realtà da mesi. Troppo alti i costi industriali di stampa e personale, con 130 giornalisti e 64 pagine di foliazione per 650.000 copie stampate e distribuite ogni giorno. Grauso non aveva smentito agli inizi di luglio di avere debiti ingenti con lo stampatore (che aveva definito "fisiologici") ed aveva rivelato di essere alla ricerca di soci finanziari, anche tra i fondi Usa.
Ora la bolla è esplosa e si attende di rivedere in edicola e agli angoli delle strade il giornale che dal punto di vista della diffusione stava vivendo un boom senza precedenti.  Nell'anno mobile Ads marzo 2006 - febbraio 2007 il free-press aveva infatti raggiunto la diffusione media di 279.000 copie al giorno, valore che lo portava a un passo dal 'club over 300.000' composto da soli sei
quotidiani: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzetta dello Sport, Il Sole 24 Ore, La Stampa e Il Corriere dello Sport. Peccato la sua corsa sia stata interrotta.

Mariangela Maritato