|
 |
L'Adn Kronos
chiude Napoli
|
 |
DOPO OTTO ANNI chiude la redazione di Napoli dell’Adn Kronos, la terza agenzia di stampa italiana edita e diretta da Giuseppe Marra. La sede partenopea viene aperta dall’inviato Guglielmo Gabbi alla fine degli anni novanta a via Chiatamone, all’interno della redazione del Roma. Qualche anno più tardi arriva il trasferimento alla stazione marittima, ospiti, questa volta, della
|
Lauro.it, la società dell’armatore e ex senatore di Forza Italia Salvatore Lauro. Nel settembre 2005 Gabbi va in pensione e passa il testimone ad Antonella Sinopoli, che un anno dopo presenta le
|

Marco Martone e Guglielmo Gabbi |
|
dimissioni dall’agenzia e si trasferisce a Bologna. Il compito di coprire Napoli viene allora interamente affidato a due collaboratori: Marco Martone e, per la cronaca nera, Carmine Spadafora, che lavora con l’Adn dal 2002 e dal 1990 è corrispondente del Giornale, con base Napoli e copertura di Campania e Basilicata.
A gennaio Martone viene finalmente assunto con un contratto da praticante della durata di sei mesi. A giugno dall’amministrazione gli dicono che prima del rinnovo ci sarà una pausa tecnica; il 9 luglio viene chiusa la sede. “Dopo pochi giorni – ricorda Martone – mi chiama Fabio Rosi, segretario dell’amministratore Maria Rosaria Bellizzi, e mi dice che il contratto non sarà rinnovato. Rosi è stato molto cortese, ma dopo anni e anni di lavoro mi sarei aspettato una telefonata da qualcuno della redazione”. Le collaborazioni di Martone con l’Adn cominciano nel gennaio 2002 e diventano via via più fitte fino a diventare un lavoro a tempo pieno che va avanti da almeno tre anni; la telefonata è quindi un vero e proprio ‘licenziamento’.
Napoletano, quarantuno anni, da venti anni pubblicista, da gennaio praticante, maturità classica al Vico e studi interrotti a Scienze Politiche, Martone ha scritto per quotidiani (Mattino, Giornale di Napoli, Roma, Denaro) e ha lavorato per emittenti radio (Radio Crc, Radio Rtl, Radio radicale), tv
|
.jpg)
Giuseppe Marra
|
(Telemontecarlo, Telelibera, Tele A, Televomero) e agenzie (Rotopress, Videocomunicazioni).
Sul ‘licenziamento’ il comitato di redazione (Delia Ciciliani, Alessandro Remìa, Marco Mazzù e, per le sedi distaccate, Tommaso Gallavotti) sceglie una linea defilata e pilatesca. “Quando li ho cercati – dice Martone – per chiedere notizie e sollecitare una loro iniziativa, si sono limitati a dirmi che la decisione era stata presa dall’azienda, su indicazione del condirettore Andrea Pucci". E, a tre mesi dal ‘licenziamento’, tace anche l’Associazione napoletana della stampa, presieduta da Enzo Colimoro.
Chi si mostra invece molto sorpreso del taglio della sede e del ‘redattore’ è Guglielmo Gabbi: “La chiusura di Napoli mi pare una scelta strana, anzi una scelta sbagliata, se non è cambiata la strategia dell’editore che puntava e punta a rafforzare le realtà locali forti; e Napoli, dopo Roma e Milano, è la sede italiana più
|
|
importante”. E Gabbi chiarisce il suo pensiero: “È una scelta sbagliata per due motivi. Napoli è una città complessa che non puoi seguire con l’inviato, perché chi viene da fuori va bene per un’inchiesta o un avvenimento speciale, ma non avrà mai il quadro nitido e il flusso di notizie che ti garantisce chi ogni giorno lavora sul posto. Senza contare che puntare sugli inviati alla fine rischia di costarti addirittura di più. Il secondo motivo è che Marco Martone ha dimostrato in questi anni di fare bene il suo lavoro”. |
 |
|