Ormai si fa tutto lì, sulla piazza virtuale di facebook. Dagli appuntamenti ai litigi, dalle richieste di matrimonio al tipo di pasta da calare (Oggi linguine con la zucca, digita lei. E lui dall’ufficio clicca Mi piace). E così Luigi De Magistris, Giggino I sindaco di Napoli, risponde stizzito alle bordate che gli lancia attraverso il social network Giggino II, Luigi Sementa, ex capo dei vigili urbani di Napoli che un giorno sarà ricordato per il nuovo schiaffo di Anagni (la parte di Bonifacio VIII l’ha fatta il collaboratore delle Iene Alessandro Migliaccio). Insomma, c’eravamo tanto amati. Poi, per mutuare un titolo di Stenio Solinas, c’eravamo tanto armati. Col coltello tra i denti, ogni occasione è giusta per ricordare un amore nato all’ombra delle bandiere arancioni e finito a stracci in faccia. E Sementa, rimosso dall’incarico, non perde occasione per scrivere frasi e mettere foto contro il suo ex datore di lavoro. Succede anche in pieno ferragosto, con Giggino II che posta le foto di una bomba e di una donna incinta, sulla cui pancia è scritto: De Magistris non sarai mai il mio sindaco.
E non sta bene, ha detto Giggino I che parla di dubbio gusto etico da parte di un uomo che dovrebbe appartenere alle istituzioni ed essere un servitore dello stato.
La notizia viene ripresa dai giornali e lo fa anche il Mattino on line, guidato da Paolo Barbuto, che il 19 agosto scrive De Magistris contro Sementa: su facebook posta foto di bombe a mano. E il catenaccio chiarisce Il sindaco accusa: inquietante, non si comporta da servo dello Stato.
Ora, c’è differenza tra servo e servitore, almeno in questa accezione specifica del significato. Ma è il 18 agosto, l’anticiclone delle Azzorre non dà segnali, in redazione imperversa la granita e l’infradito caprese civettuolo, che non è un servitore, però sì che serve. |