Il giudice Marchese annulla
il licenziamento di Dente

IL REDATTORE DI Ansa Napoli Maurizio Dente riprende la sua scrivania a via San Tommaso d’Aquino. Con un’ordinanza di nove pagine depositata il 9 novembre il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Gabriella Marchese ha annullato il licenziamento che l’agenzia Ansa aveva inflitto a Dente lo scorso primo agosto.
Il magistrato ha dichiarato “inammissibile l’intervento dell’Associazione

napoletana della stampa” e ha ordinato all’Ansa “di reintegrare immediatamente il ricorrente nel posto di lavoro occupato precedentemente al licenziamento”; ha infine compensato le spese.
La Marchese si è pronunciata sul ricorso


Orazio Abbamonte, Stefano Russo e Maria Carmela Spadaro

d’urgenza presentato dai legali del giornalista, Orazio Abbamonte e Maria Carmela Spadaro.
Alla decisione il magistrato è arrivato dopo due udienze tenute a distanza ravvicinata: il 19 e il 31 ottobre. Nel corso della prima il legale dell’Ansa Enzo Morrico, accompagnato dal responsabile dell’ufficio legale dell’agenzia Raffaele Greco e dal capo del personale Alessandro Barberi, ha depositato un dvd della durata di tre minuti e mezzo: nelle immagini di qualità scadente, forse girate con un cellulare, si vede Dente all’università in piedi e seduto a una scrivania da solo e mentre conversa con studenti e docenti. Il filmato è stato realizzato dall’agenzia A-Z investigazioni, che ha pedinato e filmato il giornalista per almeno tre mesi perchè nella cassetta ci sono episodi di maggio, giugno e luglio 2006.
Nella seconda udienza si è costituita in giudizio l’Associazione napoletana della stampa con l’avvocato Stefano Russo, che ha depositato una memoria. La presenza del sindacato regionale è stata contestata dal legale dell’Ansa e il giudice prima si è riservato la decisione, poi ha respinto la richiesta dell'Assostampa.
Dopo sedici anni da cronista senza macchia, con riconoscimenti professionali, incarichi di prestigio, missioni all’estero, Maurizio Dente diventa improvvisamente un problema per l’Ansa quando da fiduciario sindacale mette in evidenza situazioni che gli sembrano in contrasto con sane regole aziendali e


Maurizio Dente, Carlo Gambalonga e Pierluigi Magaschi

norme deontologiche elementari. Il giornalista elenca fatti e allega documenti, ma tutti, dai vertici dell’agenzia (il presidente Boris Biancheri, l’amministratore Mario Rosso, il direttore Pierluigi Magnaschi, il vice Carlo Gambalonga)

fino ai graduati e alla rappresentanza sindacale aziendale (il comitato di redazione formato da Antonietta Avolio, Guido Columba e Loredana  Colace e il fiduciario della sede di Napoli Alfonso Pirozzi), scelgono di non rispondere; Dente viene invece impallinato con una raffica di otto provvedimenti disciplinari, con un pedinamento durato mesi, con un licenziamento per il momento giudicato illegittimo dalla magistratura.
Un osservatore esterno constata che c’è qualcosa che non quadra, c’è un’anomalia, c’è una forza di fuoco sproporzionata messa in campo dall’agenzia contro il suo dipendente, anche se si dovessero dare per provate, e sembra che non sia così, le contestazioni indirizzate al giornalista. Quattordici anni fa il giornalista Giampaolo Pansa, a Napoli per presentare un libro, vide sul Mattino diretto da Pasquale Nonno una paginata sparata contro un mensile regionale e commentò: “Prima di oggi soltanto a Sarajevo ho visto i carri armati sparare sulle biciclette”. Perché l’Ansa sta sparando con un carro armato contro una bicicletta?
“Non mi sembra centrata la citazione dello scrittore Pansa; - obietta Morrico – nel nostro caso non ci sono carri armati e non ci sono biciclette, ma c’è soltanto il comportamento di un dipendente che l’Ansa giudica illegittimo. Per dimostralo è stato utilizzato uno degli strumenti consentiti dalla legge, ovvero dare incarico a una agenzia investigativa per verificare attività del tutto estranee a quella lavorativa con la propria azienda e che può concretizzare un

illecito da sanzionare. Uno strumento peraltro a cui fanno abitualmente ricorso tante grandi aziende come è facilmente verificabile consultando le sentenze di tutti i tribunali del lavoro d’Italia, e tra questi il tribunale di Napoli”.
C’è invece chi pensa che la citazione di Pansa sia appropriata. “Stiamo assistendo – commenta un ex redattore dell’Ansa – a una


Guido Columba e Alfonso Pirozzi

sorta di ‘guerra mortale’: qualcuno sembra convinto che o si riesce ad allontanare definitivamente Dente dall’agenzia o salta un microsistema costruito e consolidato in questi anni, con conseguenze non prevedibili in un momento in cui l’Ansa è alla vigilia del cambio di direttore. Un cambio per motivi diversi molto complicato, come è testimoniato dai soffietti e dalle notizie che stanno comparendo sui giornali specializzati, cartacei e on line. E alla 'guerra mortale' molti assistono perplessi e silenziosi e altri, pur consapevoli della gravità della vicenda, offrono un sostanziale sostegno a chi spinge per l’eliminazione dell’eretico. Il risultato è che assistiamo a una situazione probabilmente senza precedenti nel giornalismo italiano: in difesa di Dente, bersagliato da provvedimenti disciplinari, pedinato e licenziato, non si è levata una sola voce, né a Napoli, né a Roma”.