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         Tgr: non c'è Scampia, 
        ma la gastroenterologia | 
       
      
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        DUE ORE DOPO l’omicidio, Sky era sul posto, in  diretta, a raccontare del pregiudicato ucciso a colpi di pistola nel cortile di  un asilo di Scampia. Nelle stanze Rai di via Marconi, invece, la vita e la cronaca  di quel 5 dicembre scorrevano tranquille. Il capo redattore centrale del Tgr  Campania Massimo Milone e i vice  capo redattori Gabriella Fancelli e Enzo Calise decidono, tra la  perplessità di alcuni dei giornalisti presenti, che una notizia in apertura del    | 
       
      
        
          
            telegiornale delle 14 è più che sufficiente. Quando l’Ansa lancia il primo take sono le 13.16: forse tardi per mandare  a Scampia una troupe e un cronista per l’imminente edizione del tg, ma in largo  anticipo su quella delle 19.30. La sera, però, il servizio è realizzato da  Calise dalla   | 
              
              Enzo Calise e Nando Joseph  Sumiththa | 
           
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        redazione, a tavolino, mentre il giorno dopo l’esecuzione di camorra a Scampia era  sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali e, ovviamente, regionali e i  due principali quotidiani italiani dedicavano alla notizia tragica grandissimo spazio:  Repubblica le pagine due,  tre e quattro; il Corriere della sera le pagine 18 e 19.  
Del resto non costituiscono una novità l'incomprensibile lettura delle notizie e la gestione molto personale degli uomini e delle troupe da parte  di Milone e dei suoi fedelissimi: nel settembre del  2008, in  occasione della strage di Castelvolturno (sei ghanesi e un italiano massacrati  a colpi di kalashnikov), il primo giornalista si mosse da Fuorigrotta dopo due  giorni e mezzo. 
Ma le scelte di un servizio che di pubblico ha ben poco non sono  imputabili soltanto a Milone, ma ci sono evidenti responsabilità nella catena  di comando che sta sopra il redattore capo centrale della sede di Napoli; per  essere chiari, ci sono responsabilità del direttore della Tgr Alessandro  Casarin e,             | 
       
      
        
          
              
                    Catello Maresca e Franco Roberti
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            continuando a salire verso il tetto di viale Mazzini,  del direttore generale della Rai Luigi  Gubitosi, che fanno finta di niente. 
              Ma qualcuno potrebbe obiettare che forse si tratta soltanto di un riflesso  giornalistico lento e tutto è stato rinviato  al giorno successivo all’omicidio,                 | 
           
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        per un approfondimento, per raccogliere  voci, per raccontare de visu l’accaduto  e il clima che si respira. Neanche per idea. Nell’ordine di servizio stilato la  sera stessa dell’agguato, non c’è una troupe che giri immagini su una  esecuzione che spingerà il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri a recarsi a Scampia. Quello che i vertici  della redazione prevedono di girare è quanto segue: la sentenza sul delitto  di Teresa Buonocore, il corteo dei  metalmeccanici, la partita Napoli-Eindhoven (e fin qui va bene); poi, un forum  su “diritto e vita” alla Federico II, le nuove frontiere della  gastroenterologia, un ricordo di Sant’Alfonso  de’ Liguori, le meraviglie di un telescopio planetario all’Osservatorio di  Capodimonte. 
          Nella tarda mattinata del 6 dicembre, il Tg1, forse per vincere le  resistenze del tg regionale a sottrarre mezzi e uomini alle cure per l’ulcera,  al padre di “Tu scendi dalle stelle” e alle meraviglie dell’universo, decide di  pagare di tasca propria una troupe per la giornalista di via Marconi Francesca Ghidini, che             | 
       
      
        
          
            va a Scampia. Il problema è che, avendole pagate, al Tg1 vanno, in  esclusiva, le interviste realizzate dalla stessa Ghidini e poi utilizzate nei suoi  servizi dall’inviata del Tg1 Grazia  Graziadei. Al Tg3 Milano delle 12 e al Tg2 delle 13 che chiedono immagini  alla redazione   | 
              
              Enrica Parascandolo e Vittorio Pisani | 
           
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        napoletana viene opposto un rifiuto cortese: poiché la troupe è pagata dal Tg1, la testata  è proprietaria di sonoro e immagini.  
          Qualche giorno prima non era andata molto meglio. Un  immigrato dello Sri Lanka, Nando Joseph  Sumiththa, che aveva denunciato    i suoi estorsori, contro i quali avrebbe dovuto testimoniare nel processo a  loro carico, si suicida oppresso da minacce e debiti. La notizia è sulle prime pagine di tutti i  quotidiani on line. Nel tg campano, guidato dall’alfiere della solidarietà e  pupillo del cardinale Crescenzio Sepe,  appena una notizia. E basta, nonostante qualcuno si indigni e solleciti la  realizzazione di un servizio approfondito sulla vicenda.  
          C’è solidarietà e solidarietà, alla redazione Rai di Napoli. Non manca, per esempio,  per i magistrati con i quali si è in buoni rapporti. Viene presentato il libro del pm della Direzione distrettuale antimafia Catello Maresca “L’ultimo bunker”, ed Enzo Calise si precipita a intervistarlo. Il volume ha prodotto una            | 
       
      
        
          
              
                    Sergio Amato e Gabriella Fancelli
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                  richiesta di relazione da parte del  procuratore generale Vittorio  Martusciello, probabilmente prodromica all’apertura di un procedimento disciplinare, perché  nel libro vengono riferiti fatti riservati relativi alla vita della  Procura e alle indagini, ed è costato  | 
           
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          al piemme la dura reprimenda del suo  maestro Franco Roberti, procuratore  della Repubblica di Salerno. Bazzecole che non scoraggiano Calise e tantomeno  Milone: nel servizio di 2 minuti e 20 secondi Calise riferisce solo en passant delle polemiche sul volume,  senza entrare nel merito, che, per inciso, è pesantissimo e discredita alcuni  magistrati come Sergio Amato e Enrica Parascandolo, impegnati nel  delicatissimo processo che vede imputato l’ex capo della squadra mobile di  Napoli Vittorio Pisani.    | 
       
     
    
        
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