Fnsi, perché il congresso a Napoli

Caro direttore,
leggo su Iustitia che viene giudicata "singolare" la mia proposta di svolgere a Napoli o in Campania il prossimo congresso della Fnsi. Singolare può essere considerata solo da chi non ne coglie la ratio. Che provo a spiegare.
In assenza della Campania, oggi la Fnsi è una federazione monca, privata della presenza e dell'apporto di un'importante regione, dove vive e lavora quasi il dieci per cento dei giornalisti italiani. Riaffermare la natura solidale della Fnsi significa dunque per prima cosa restituire la Campania al sindacato unitario dei giornalisti, e viceversa. Celebrare il nostro congresso a Napoli o in Campania potrebbe rappresentare, dal mio punto di vista, oltre che un segnale di attenzione, un primo e fondamentale passo verso una auspicabile ricomposizione della situazione che le note vicende giudiziarie e la decisione del consiglio nazionale della Fnsi hanno provocato.
Nell'emergenza lavoro dell'Italia del 2015, che nel nostro Sud è ancora più emergenza, il fatto poi che il sindacato dei giornalisti celebri a Napoli o in Campania il proprio congresso, in una fase così complicata e difficile della propria storia, assumerebbe a mio avviso una valenza simbolica che chiunque può cogliere.
Segnalo infine che nessuno aveva e ha intenzione di chiedere nulla al sindaco di Napoli. E che la mia è stata giudicata una "bella proposta" - non "singolare" - da Carlo Verna e tantissimi altri giornalisti napoletani e campani che hanno recentemente sottoscritto un appello alla Fnsi. Grazie, un caro saluto

Carlo Muscatello
giornalista e critico musicale
del "Piccolo" di Trieste,
presidente Associazione della Stampa
del Friuli Venezia Giulia

 
Carlo Muscatello