Al congresso della Fnsi
la Campania non ci sarà

L’UNICA NOTIZIA certa del prossimo congresso della Federazione nazionale della stampa è per ora la data: si svolgerà da giovedì 29 a sabato 31 gennaio. Per la sede sono ancora in ballottaggio la piemontese Alba, la marchigiana Pesaro e la romagnola Ravenna, mentre ha poche chance la soluzione Molise. Intanto l’otto novembre scade il termine per le liste degli aspiranti delegati. Sarà comunque un congresso 'straordinario'; mancherà infatti la seconda regione d’Italia per abitanti perché per la prima volta i giornalisti della Campania (gli iscritti all'Ordine sono undicimila) non avranno la

possibilità di eleggere delegati.
Vediamo ora da vicino la situazione napoletana. Il 4 marzo scorso, dopo un processo sommario e con procedura d’urgenza, il consiglio nazionale della Fnsi ha ‘radiato’ l’Associazione napoletana per il timore di trovarsi

Domenico Falco e Claudio Silvestri

coinvolta, insieme all’Inpgi e alla Casagit, nel pagamento dei tre milioni e mezzo di euro dovuti al comune di Napoli. Un mese più tardi la Napoletana, dal 2007 presieduta da Enzo Colimoro, è stata costretta a sciogliersi e non si sa più niente dei quadri e soprattutto dei libri di grande valore che formavano la biblioteca dell’associazione.
A fine maggio la giunta della Fnsi, con una decisione di dubbia legittimità, dichiara decaduti tutti i consiglieri nazionali della Napoletana. Affida inoltre a una commissione di esperti “il compito di occuparsi del ‘caso Napoli’ anche allo scopo di portarlo a soluzione al più presto”. I tre sono il presidente della Fnsi Giovanni Rossi, Paolo Perucchini, membro della giunta Fnsi, e Carlo Maria Parisi, segretario del Sindacato calabrese e vice segretario Fnsi.
Arriviamo a ottobre. Nei primi giorni c’è una riunione di giunta della Fnsi che si occupa anche del caso Napoli per evitare un congresso monco e ha sul tavolo due richieste di affiliazione. La prima viene presentata a Roma ai primi di luglio dal Sgc, il Sindacato giornalisti della Campania, fondato a fine febbraio, su input di Giovanni Rossi, portato avanti in questi otto mesi dal pensionato Mattino Armando Borriello e dal cronista del Roma Claudio

Carlo Muscatello (*) e Carlo Parisi

Silvestri, che ha superato i cento iscritti con quota annuale di novanta euro, che scende a cinquanta per i giornalisti con reddito inferiore ai quindicimila euro. La seconda richiesta, arrivata pochi giorni della riunione della giunta, viene avanzata dal Mug, il Movimento

unitario giornalisti, fondato a luglio e guidato dall’ex vice presidente della Fnsi e dell’Ordine nazionale, il pubblicista Domenico Falco. Il Mug è formato in larghissima parte da pubblicisti e tra i vice presidenti c’è il professionista Giovanni Lucianelli che, inserito nella commissione per gli esami per professionista cominciati il 28 ottobre, è stato costretto a presentare una lettera di dimissioni dopo i durissimi attacchi al consiglio nazionale dell’Ordine di Carlo Bonini e Pietro Suber contro la riammissione nell’albo di Renato Farina e la nomina di Lucianelli commissario.
Torniamo alla Fnsi. La giunta ovviamente non ha deciso quale associazione federare e non ha deciso niente neanche la giunta successiva, così l’unica novità è costituita dalle dimissioni dalla terna nominata per risolvere il ‘caso Napoli’ di Carlo Parisi, da anni alleato di Falco, con la motivazione che sulla scelta dell’associazione da federare c’è una pregiudiziale di Rossi a favore del Sgc. E la decisione di Parisi diventa un altro contributo alla paralisi che porterà

a un congresso senza la Campania.
Nelle varie giunte federali è stata riservata al ‘caso Napoli’ un’attenzione residuale e distratta in chiusura di riunione, senza neanche inserire la questione nell’ordine del giorno, con un fiorire di ipotesi che non

Luigi De Magistris e Lino Zaccaria

affrontavano il nodo della questione: invitare una micro delegazione napoletana a partecipare ai lavori del congresso, selezionare qualcuno tra i componenti dei comitati di redazione della Campania.
Singolare la proposta di Carlo Muscatello, presidente dell’Associazione stampa del Friuli Venezia Giulia: tenere a Napoli il congresso della Fnsi (magari con la richiesta al sindaco De Magistris di contribuire ai costi della manifestazione, accantonando per ora i tre milioni e mezzo di euro che vanta dal sindacato). Scontati gli slogan per la manifestazione: se ci si mette dalla parte dei giornalisti napoletani è inevitabile Cornuti e mazziati’; se si considera invece l’azzeramento della Napoletana e la crisi profondissima che vive la Fnsi la scelta è una soltanto: ‘Vedi Napoli e poi muori’.
Un congresso nazionale della Cisl o della Cgil sarebbe impensabile senza la presenza dei delegati di una regione importante come, ad esempio, l’Emilia Romagna; nelle stanze romane di corso Vittorio Emanuele invece non soltanto questa soluzione è pensabile, ma diventa concreta, con l’unica attenzione a tenere ben nascosta la notizia. Del resto da Napoli arrivano deboli segnali di

Franco Siddi e Carlo Verna

protesta. Un gruppo di giornalisti (primi firmatari il membro di una delle commissioni consultive Inpgi Lino Zaccaria, il consigliere dell’Ordine nazionale Carlo Verna e il componente del consiglio Fnsi cancellato l’estate scorsa Massimo Calenda) ha affidato

all’Ansa una nota inviata ai vertici della Federazione della stampa per dire che "i giornalisti campani non possono essere esclusi dal congresso e rimanere fuori dalla Fnsi". E continuano: “ci amareggia vedere che si va verso il congresso con l'esclusione del giornalismo campano. Ci sentiamo traditi e ne trarremo le conseguenze se non si troverà una soluzione, che potrebbe essere quella di una sessione statutaria del prossimo congresso, che approvi prima dello svolgimento delle assise quadriennali ordinarie una norma transitoria”.
Un intervento più incisivo ha invece messo in campo Fabrizio de Jorio, romano, cinquantatre anni, da diciotto professionista, redattore di Televideo Rai, componente del direttivo dell’Assostampa capitolina, che ha indirizzato, con caparbietà, ai vertici della Fnsi una mail, di cui ovviamente non si è trovata traccia, poi un esposto e infine un testo a integrazione del precedente.
De Jorio avanza una serie di proposte per dare la possibilità ai giornalisti della Campania di partecipare con voto attivo e passivo ai passaggi precongressuali e congressuali. Chiede ai vertici Fnsi (il presidente Giovanni Rossi e il segretario Franco Siddi), all’intera giunta e al presidente del collegio dei

probiviri della Fnsi Antonio Cembran di affrontare e sciogliere il ‘caso Napoli’ e di “documentare come si è arrivati alla cancellazione dei delegati della associazione napoletana, con quale provvedimento la

Carlo Bonini (**) e Giovanni Lucianelli

decisione è stata presa e se ciò ha diminuito il computo complessivo dei delegati per il prossimo Congresso, in violazione dello Statuto e della rappresentanza in vista del Congresso”.
Secca la conclusione: “in difetto di adeguata risposta positiva mi vedrò costretto a chiedere l’annullamento delle elezioni, o in subordine lo slittamento della data per la presentazione delle liste, perché gravate da una esclusione illegittima di migliaia di colleghi e colleghe”.


(*) Da www.circolostampa.it
(**) Da www.dagospia.com