Esami Ordine: si dimette
Lucianelli ed entra Salvati

PER LA SECONDA volta il giornalista napoletano Giovanni Lucianelli a settembre è indicato dall'esecutivo dell’Ordine nazionale tra i commissari d’esame per diventare professionisti e a ottobre viene bocciato dal consiglio.
La prima volta risale a diversi anni fa, quando il presidente era Lorenzo Del Boca, la seconda si è verificata il 7 ottobre scorso. È riunito il consiglio nazionale e intorno alle 18 il segretario Paolo Pirovano legge il verbale dell’ultima riunione dell’esecutivo con i nomi dei commissari scelti per la

sessione che comincia il 28 ottobre. Subito dopo prende la parola il consigliere Carlo Bonini, inviato e membro del

Giovanni Lucianelli, Sergio De Gregorio e Domenico Falco

cdr di Repubblica, che legge una lettera durissima chiedendo di allegarla agli atti. Parte dalla decisione presa all’unanimità dall’Ordine lombardo di reintegrare il giornalista milanese Renato Farina, sette anni fa radiato dall’albo per l'attività svolta per il Sismi, il Servizio informazioni e sicurezza militare, e dalla presenza di Giovanni Lucianelli nella commissione d’esami.
Di Farina dice: “lasciate che vi racconti io un pezzo di questa storia che qualcuno ha dimenticato o forse ignora. Renato Farina, alias ‘Betulla’, ebbe tra i suoi ‘target’ spionistici anche il lavoro giornalistico per ‘Repubblica’ del sottoscritto e di chi non può più parlare, perché un infarto lo ha portato via troppo presto la mattina del 30 luglio 2011: Giuseppe D’Avanzo. Un amico di cui ho pudore a parlare. Per me, un padre non solo nella professione”.
Si occupa poi del giornalista napoletano: “già, anche Lucianelli è uno di noi. Direi di più. La nostra faccia dentro e fuori la categoria visto l’incarico di commissario di esame. E, del resto, ha un mentore professionale d’eccezione, l’ex senatore e pregiudicato Sergio De Gregorio, e una lunga storia professionale che definire opaca è un eufemismo. Che ha

Renato Farina (*) e Paolo Pirovano (**)

spesso incrociato il codice penale. E non per reati professionali”. E mostra un articolo su Lucianelli di Claudio Gatti del Sole 24Ore.
Il j’accuse va avanti: “cos’altro vi attende e ci attende? Quale altro tradimento siamo, siete pronti a consumare?

Cosa vi preparate a raccontare a chi, oggi, si sbatte per poche centinaia di euro lorde al mese credendo in quello che fa e rischiando spesso la pelle per uno scatto o per l’ostinazione di scrivere un nome impronunciabile in una cronaca locale?” E chiude annunciando le sue dimissioni irrevocabili dall’Ordine nazionale.
A seguire arrivano le dimissioni di Pietro Suber, vice capo redattore esteri del Tg5, che in una lettera spiega: “ritengo che le motivazioni riportate dal collega Carlo Bonini per le sue dimissioni siano ineccepibili nella forma e nella sostanza. Penso che tutti i tentativi di cambiare, di riformare quest'Ordine dei giornalisti - prematuri o meno, sbagliati o troppo avanzati che dir si voglia - si siano frantumati contro un muro, quello dei tanti consiglieri che non solo vogliono difendere uno status quo indifendibile da qualsiasi punto di vista, ma che negano di fatto gli stessi principi fondanti dell'Ordine”. E continua: “la triste pantomima dei tentativi di riforma, tutti più o meno naufragati nel nulla, la riammissione all'unanimità di Renato Farina, alias ‘Betulla’, da parte dell'Ordine della Lombardia, la scelta di personaggi già coinvolti in vicende molto discusse come Giovanni Lucianelli tra i membri della commissione d'esame per giornalisti professionisti sono solo gli ultimi esempi di punti, a mio modesto avviso, di non ritorno”. E all’elenco aggiunge “la questione non certo secondaria del controllo sul codice

deontologico, questione nascosta velocemente sotto il tappeto come dimostra la recente assoluzione da parte dell'assemblea del consigliere Andro Merkù, protagonista delle imitazioni utilizzate

Giuseppe D'Avanzo e Claudio Gatti

dalla trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’. Violazione del codice deontologico accertata, se ce ne fosse il bisogno, da ultimo anche dal Garante per la privacy in una delle sue ultime riunioni di fine settembre”.
Dopo l’intervento di Bonini la componente di Autonomia sindacale stava proponendo di mettere in votazione la scelta fatta per la commissione d’esami, ma è arrivata tempestiva la lettera di dimissioni di Lucianelli. Il giorno successivo si dimette anche Anna Bandettini della redazione milanese di Repubblica, mentre la commissione d’esami viene integrata con la nomina di Antonio Salvati, trentanove anni, da undici professionista, residente a Portico, piccolo centro del Casertano, collaboratore della Stampa per la Campania, il Molise e la Basilicata.
Alle bordate di Bonini risponde già nella serata del 7 ottobre il presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino: “Carlo Bonini sbaglia bersaglio, sembra avere le idee confuse”. Le idee dell’inviato di Repubblica non sembrano confuse, ma Iacopino non ha del tutto torto. Sulla questione Farina è evidente che gli strali vanno indirizzati all’Ordine della Lombardia per la clamorosa reiscrizione di ‘Betulla’. E va anche ricordato che nel 2007 il relatore del procedimento che portò alla radiazione di Farina fu proprio Iacopino. Ma di fronte alla inspiegabile e gravissima decisione di Milano l’Ordine nazionale non può cavarsela recuperando nel documentino finale le parole usate nel 2007: “il

Anna Bandettini (***) e Antonio Salvati (****)

comportamento di Farina resta incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione giornalistica ed ha provocato un gravissimo discredito per l'intera categoria”.
Quanto al commissario d’esame poi sostituito,

Iacopino si è limitato ad avallare la scelta perché il nome è arrivato da Napoli, anche se non dai vertici dell’Ordine regionale, ma da uno dei componenti dell’esecutivo nazionale, il partenopeo Claudio Ciotola, fedelissimo di Domenico Falco, il leader dei pubblicisti campani.
Dopo che in primavera c’è stata la scandalosa vicenda della radiazione della Assostampa partenopea da parte della Fnsi e il successivo scioglimento della Napoletana, dopo che il presidente della Federazione della stampa Giovanni Rossi ha accusato Falco di avere governato durante la “vergognosa gestione” che aveva accumulato un debito nei confronti del comune di Napoli di oltre tre milioni e mezzo di euro, era necessario, tra i millecinquecento professionisti della Campania, designare proprio Lucianelli?

(*) Da www.tempi.it
(**) Da www.odg.it
(***) Da www.mediaset.it
(****) Da www.unior.it