Mimmo Falco lancia
un nuovo 'sindacato'
NEL DESERTO SINDACALE causato in Campania dalla ‘vergognosa gestione’ dell'Assostampa da attribuire ai vertici della Fnsi (il presidente Giovanni Rossi e il segretario Franco Siddi) e ai condottieri della Napoletana (ultimo in ordine di tempo Enzo Colimoro, dal 2001 segretario e dal 2007 all’aprile del 2014 presidente) si registra qualche movimento.
Fa piccoli passi in avanti il Sindacato dei giornalisti della Campania, fondato il 28 febbraio nello studio del notaio Chiara D’Ambrosio e affidato alla buona volontà e all’impegno di due dei quattro fondatori rimasti in campo: il pensionato del Mattino Armando Borriello e il cronista del Roma Claudio
Silvestri. Il numero degli iscritti al Sindacato cresce, lentamente ma cresce, e al 24 luglio ha toccato quota ottanta, con una ventina di pubblicisti.
E il 24 luglio nella sede della Confcommercio
Salvatore Campitiello, Giovanni Fuccio e Massimiliano Musto
partenopea, a piazza Salvo D’Acquisto, Domenico Falco, Mimmo per i sostenitori, ha presentato il Movimento unitario dei giornalisti, confermando una notevolissima capacità di mobilitare i pubblicisti, sulla scia di una tradizione trentennale costruita da Domenico Castellano e consolidata dallo stesso Falco. E così in una calda mattinata di fine luglio 250 persone hanno affollato il salone dell’Ascom.
La presenza più significativa dell’assemblea è stata il presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino che, ha detto Falco, “sancisce la legittimità istituzionale del nostro movimento”. Oltre a Iacopino al tavolo della presidenza c’erano il segretario dell’Ordine nazionale Paolo Pirovano e il vice presidente dell’Ordine del Lazio Gino Falleri.
Falco ha spiegato che il Movimento unitario nasce in un momento di grande difficoltà dei giornalisti italiani, soprattutto delle fasce più deboli, e ha l’obiettivo di fornire un’assistenza in tutti i campi, dalla legale alla sanitaria, dalla tributaria fino al tempo libero, grazie a una serie di convenzioni già chiuse
Alessandro Sansoni, Nicola Santulli e Riccardo Stravino
o in via di definizione.
Il nostro Movimento
ha sottolineato Falco non è ancora a pieno titolo un sindacato ma ha l’ambizione di diventare qualcosa di più di un sindacato
tradizionale, con un’intensa e capillare attività di sostegno e assistenza per i giornalisti”. Una struttura aperta a tutti gli iscritti all’Ordine, professionisti pubblicisti praticanti e iscritti all’elenco speciale (oggi in Campania sono in totale 10.993), che pagheranno una quota annuale particolarmente bassa, trenta euro rispetto ai tradizionali 90/100 cento delle associazioni regionali; per di più la quota sarà volontaria. “Che significa volontaria? Significa che chi sta attraversando un periodo di gravissime difficoltà economiche sarà temporaneamente esentato dal versamento”.
Politico e partecipato l’intervento di Iacopino. “Scusatemi se sono commosso, – è l’incipit – è la mia prima uscita pubblica dal 19 giugno quando nella sede del governo è stata consumata una vergogna: l’accordo sull’equo compenso, per la Fnsi una merce di scambio per avere un contratto soddisfacente per i pochi garantiti rimasti, obiettivo peraltro ampiamente fallito”. 
Ha ricordato che da venti anni non è più iscritto alla Federazione della stampa e poi citato la lettera inviata dal direttore del Mattino Alessandro Barbano a tutti i collaboratori per annunciare dal primo agosto la decurtazione dei
compensi che dovrebbe essere dell’otto per cento. “Sull’argomento avete letto un solo commento dei dirigenti della Fnsi? Non ce ne sono perché hanno perso il contatto con chi produce la gran
Armando Borriello, Ciro Pellegrino e Paolo Pirovano (*)
parte delle notizie che poi vanno sui giornali e devono cercare soltanto di  conservare il distacco sindacale che in qualche caso va avanti dal 1987, ventisette anni fa (il riferimento è a Franco Siddi, ndr)”.
Dopo l’attacco frontale del presidente dell’Ordine nazionale, Falco che a fine maggio si è dimesso dagli incarichi che ricopriva all’Ordine campano e alla Federazione della stampa ha proposto all’assemblea l’organigramma del Movimento: presidente provvisorio Falco con sei segretari territoriali: per Avellino Nicola Santulli, per Benevento Giovanni Fuccio, a Caserta Riccardo Stravino, a Napoli città Alessandro Sansoni (a febbraio scorso tra i fondatori del Sindacato dei giornalisti della Campania, poi dimissionario), per Napoli Nord Massimiliano Musto, per Salerno Salvatore Campitiello; ai sei è stato aggiunto un segretario per i free lance Ciro Pellegrino, mentre la tesoreria sarà gestita da Antonio Gemei.
Le proposte sono state approvate, inutile dirlo, all’unanimità dall’assemblea, ma un piccolo giallo si è verificato per i vice presidenti. Falco ne ha proposti
Harry Di Prisco, Giovanni Lucianelli e Lucio Perone
quattro: Rodolfo Davoli, Harry Di Prisco, Ettore Nardi e Lucio Perone. Anche in questo caso c’è stata la scontata unanimità. Sul sito del Movimento unitario c’è però un quinto nome che non è stato

votato e quindi non è in carica: Giovanni Lucianelli. È stata una dimenticanza di Falco o è un nome che in pubblico non andava pronunciato?
Il Mug, Movimento unitario dei giornalisti, dovrebbe essere operativo a settembre quando sarà pronto il sito, verranno definite tutte le convenzioni e verrà attrezzata nella sede di via Speranzella uno spazio con computer da mettere a disposizione dei giornalisti senza redazione.


(*) Da www.odg.it