Falco si dimette
da Ordine e Fnsi

QUANDO NEL GIUGNO del 2007 è scomparso Mimmo Castellano, per oltre trent’anni capo indiscusso dei pubblicisti campani, Mimmo Falco ne ha raccolto l’eredità e ha guidato con mano ferma i novemila pubblicisti iscritti all’Ordine della Campania. Ora con due lettere annuncia la sua uscita dal sindacato e dall'Ordine.
Partiamo dall’Ordine. Nella seduta del consiglio del 21 maggio ha annunciato le sue dimissioni, ma subito sono partite le voci di un ‘passeggero mal di pancia’ e quindi due giorni dopo Falco le ha formalizzate con una mail

indirizzata al presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, al segretario Pino De Martino e al presidente della fu Associazione napoletana della Stampa Enzo Colimoro
Ho sessantaquattro anni – dice Falco – e non sono più convinto delle


Gennaro Guida e Lucio Perone

cose che ho fatto per una vita, non mi piace il clima che c’è tra i giornalisti e vedo in tutti gli organismi di categoria uno sfarinamento progressivo e inarrestabile; ho bisogno di ricaricare le pile e cercare nuovi stimoli. Già l’anno scorso non volevo ricandidarmi alle elezioni per l’Ordine, poi ho ceduto alle pressioni degli amici, ma ho liberato la poltrona di vice presidente”.
Alla prossima riunione del consiglio, come da prassi, le dimissioni verranno respinte e, se Falco dovesse confermarle, sarà decisa la data per ricostituire la terna di pubblicisti (gli altri due sono il vice presidente Gennaro Guida e Lucio Perone). Visti i precedenti (nel dicembre 2011, dopo la morte del giudice Enzo Albano, il consiglio decise di andare avanti per diciotto mesi senza sostituirlo), le elezioni, se tutto va bene, verranno fissate per l’autunno.
Prima di passare al fronte sindacale, vediamo in breve le tre direttrici dell’attività di Falco. Lavoro. Nel 1973 è assunto alla Regione Campania come archivista; con un concorso interno diventa funzionario, mentre alla prova per dirigente viene giudicato idoneo, ma mai immesso in ruolo; ora il contenzioso con la Regione verrà deciso dal Consiglio di Stato. “Dopo quarantuno anni di servizio la mia busta paga è di 1351 euro”.
Politica. “Nasco orgogliosamente missino e mi iscrivo a quattordici anni alla sezione del Movimento sociale della Sanità”. Dal ’71 al 1980 è consigliere circoscrizionale a Soccavo e viene candidato, senza successo, per tre volte alla Camera: con Alleanza nazionale, nata dalle ceneri del Msi, nel


Enzo Colimoro e Franco Siddi

’94 a Caivano e nel ’96 a Fuorigrotta; nel 2013 con il Pdl.
Giornalismo. “Il primo articolo l’ho scritto agli inizi degli anni Settanta per il Secolo d’Italia, l’organo del

Movimento sociale. Poi ho stabilmente collaborato per Il Golfo di Ischia, giornale fondato e diretto da Domenico Di Meglio”. Dal 1980 al ’90 è a Telelibera 63, l’emittente controllata da Nando Rocco e dal ’90 al 2002 a Napoli Tv di proprietà di Francesco Mazzarella. Per molti anni dirigente della Napoletana e dell’Ordine regionale, a livello nazionale Falco è stato dal 2001 al 2007 vice presidente dell’Ordine e dal gennaio 2011 a oggi componente della giunta della Federazione della stampa. 
Dopo la radiazione decisa dalla Fnsi dell’Assostampa e il suo successivo scioglimento, il primo aprile Falco si è dimesso dalla giunta e dal consiglio nazionale con una lettera inviata al segretario della Federstampa Franco Siddi. Volontà di dimissioni ribadita con una mail dell’otto maggio in cui viene sottolineata anche la scortesia di una mancata risposta alle mail precedenti.