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seguito da una tribunetta di sparuti supporter (meno di 150). Fatto sta che il 29 marzo 2014, in un sabato napoletano con tanto sole e un nuovo piano del traffico, i due si sono dati da fare per alzare l’asticella del confronto ed esaltare gli spalti.
In uno dei suoi tweet, Polito ha scritto: «Chi sarà il Puntin che chiama Obama dalla prima del Mattino?», puntando così il becco su un refuso scappato ai piani alti del giornale di Caltagirone. Poteva mai il foglio del gallo multicolor ignorare l’affronto cinguettante del direttore del Corriere del Mezzogiorno? Non poteva. Non voleva. E così Barbano, deciso a mettere i Puntin sulle i, spulciando il diario degli
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errori altrui, ha sciolto il pennuto blu, consegnando un messaggio all’indisponente collega: «Caro Polito, due settimane fa in un editoriale hai scritto «qualcun'altro» con l'apostrofo. Sarà più grave, no?» Polito, seccamente apostrofato, ha affidato la sua risposta al silenzio. Barbano ha incassato la momentanea vittoria. Finalmente, cara iustitia cara, un po’ di sana e nobile competizione tra i giornali partenopei che sembrano sfidarsi, negli ultimi tempi, solo a colpi di forum, interviste a Rocco Hunt, inchieste rifritte e video virali. Qualcosa sta cambiando. Era ora che i direttori scendessero nell’agone, affilassero le penne e liberassero l’uccellino. |
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