Napoletana, la Fnsi
nomina tre 'esperti'
CONTINUA LA gestione vergognosa” delle vicende della Associazione napoletana della stampa da parte dei dirigenti del sindacato regionale, ormai vicino alla sepoltura dopo 102 anni di vita, e dei vertici della Fnsi.
Il 4 marzo scorso c’è stata la radiazione della Napoletana decisa a Roma in tempi record. Poi, con una operazione in due tempi (il 31 marzo e il 14 aprile i pochi soci rimasti hanno deliberato lo scioglimento del sindacato partenopeo per il quale ormai resta soltanto da capire che fine hanno fatto e quanto
valgono i beni che possedeva, soprattutto quadri e libri pregiati, compito affidato dal notaio Chiara D’Ambrosio ai liquidatori Sergio Bergamasco, Enzo Colimoro e Filiberto Passananti.
Dopo il voto sulla radiazione, che i dirigenti
Massimo Calenda, Annamaria Chiariello e Francesco Marolda
della Federazione (il segretario Franco Siddi e il presidente Giovanni Rossi) hanno nascosto persino nel comunicato emesso dopo la riunione del consiglio nazionale, ci sono stati tre mesi di silenzio.
Il 28 maggio la giunta della Fnsi s’è desta e ha battuto due colpi. Ha dichiarato decaduti i consiglieri nazionali della Napoletana: i componenti del consiglio Massimo Calenda, Annamaria Chiariello, Paolo Grassi, Gianni Russo, Mimmo Falco, che si era già dimesso, ed Elia Fiorillo; i membri del collegio dei probiviri Francesco Marolda, già dimissionario, Mauro Fellico e la supplente Lucia Licciardi; il revisore dei conti Angelo Ciaravolo.
Ha inoltre affidato a tre ‘esperti’ “il compito di occuparsi del ‘caso Napoli’ anche allo scopo di portarlo a soluzione al più presto”.  I tre sono il piacentino Giovanni Rossi, il bergamasco Paolo Perucchini, membro della giunta Fnsi, e Carlo Maria Parisi, segretario del Sindacato calabrese e vice segretario Fnsi. Anche in questo caso la notizia è circolata sotto traccia, perché nelle stanze di corso Vittorio Emanuele il ‘caso Napoli’ ufficialmente non esiste.