Team Ordine: Lucarelli,
Falco, Improta, Mainiero

C’È UNA SOLA sostanziale novità nell’organigramma del consiglio che governerà l’Ordine dei giornalisti della Campania nel triennio 2017-2020: il nome scelto per la segreteria, Titti Improta, con 416 preferenze (il 71 per cento dei votanti) medaglia d’argento nella tornata elettorale del primo ottobre, che va a occupare la casella liberata da Pino De Martino. Per il resto conferme scontate con Ottavio Lucarelli presidente, in carica dal 2007, Mimmo Falco vice presidente e Paolo Mainiero tesoriere, tutti eletti all’unanimità nella prima riunione del nuovo consiglio tenuta nella sede di Cappella Vecchia il 12 ottobre. Nel corso del consiglio sono state assegnate

anche le deleghe agli altri componenti: per le scuole di giornalismo il pubblicista Salvatore Campitiello si occuperà di Salerno-Fisciano e Vincenzo Esposito del Suor Orsola Benincasa; i collegamenti con la Federazione della stampa, con l’Inpgi e con la Casagit sono stati affidati a Enzo Colimoro; il pubblicista Massimiliano Musto curerà i rapporti istituzionali e quelli con il Cup, il comitato delle professioni; il coordinamento organizzativo è stato

Pino De Martino

assegnato a Pino De Martino che però ha ufficialmente rifiutato l’incarico.
E c’è una conferma anche al vertice del collegio dei revisori dei conti con la presidenza riaffidata a Francesco Marolda, con vice il pubblicista Francesco Ferraro e segretario la professionista Concita De Luca.
Ora qualche notizia sul nuovo segretario. Napoletana, quarantatre anni, pubblicista dal 1995, professionista dal 2009, liceo classico al Denza, laurea in Giurisprudenza con tesi in Diritto d’autore, abilitazione a esercitare la professione di avvocato, Titti Improta comincia a scrivere a Napolinotte prima quotidiano e poi settimanale, nel ’94 il patron di Canale 21 Andrea Torino la chiama a collaborare con la tv e le affida la diretta per il Gran Premio di Agnano. Da allora il rapporto con l’emittente televisiva non si interrompe, pur alternato con altre collaborazioni, fino all'assunzione che arriva con il contratto di praticantato nel 2006 quando il direttore dei servizi giornalistici è Tiziana Torino. Dopo aver lavorato in diversi settori, dal 2009 si occupa soprattutto di sport che vuol dire principalmente calcio (una passione di famiglia, suo padre Gianni Improta, il ‘baronetto di Posillipo’, è stato centrocampista del Napoli nei primi anni Settanta).
Una digressione, ed è necessario un passo indietro, merita una delle deleghe assegnate ai consiglieri. Nel gennaio del 2014, nel tentativo di avviare

Stefano Cianci

l’incasso dei tre milioni e mezzo di euro che il sindacato napoletano dei giornalisti doveva al comune di Napoli per i canoni non pagati per la casina del Boschetto, come sancito da una sentenza della Corte di cassazione, il professore Stefano Cianci, avvocato del sindaco De Magistris, fa partire i pignoramenti nei confronti di Inpgi e Casagit, che ogni anno versavano circa 190mila euro nelle casse dell’Associazione napoletana della stampa.

Improvvisamente, toccati nel portafoglio, i vertici della Federazione della stampa e i dirigenti degli enti di categoria, che pure da anni conoscevano bene la disastrosa situazione del sindacato campano, si accorgono che è necessario intervenire d’urgenza. Il 13 febbraio viene convocato a Roma un incontro del presidente della Fnsi Giovanni Rossi con i dirigenti della Napoletana per spiegare loro che va creata una nuova struttura sindacale e si deve sciogliere subito l’Assostampa. A Enzo Colimoro, dal 2001 al 2007 segretario e poi fino al 2014 presidente del sindacato campano, che propone una “continuità politica” per conservare la sua poltroncina, Rossi replica con durezza: “voi siete fuori e nella nuova gestione non ci deve essere nessun componente del vecchio direttivo”. Tra gennaio e febbraio del 2014 sono altrettanto sferzanti le parole utilizzate nei confronti di Colimoro per disdire le convenzioni con il sindacato campano dal presidente della Cassa di assistenza sanitaria integrativa Daniele Cerrato e dall’allora numero uno dell’Inpgi Andrea

Camporese. Il 4 marzo successivo arriva la pietra tombale sull’ultracentenaria Associazione napoletana della stampa che viene radiata, caso senza precedenti, dalla Fnsi con 44 voti favorevoli, un astenuto e nessun contrario. Esaurito questo piccolo esercizio di memoria per chi non ricorda o non vuole ricordare, è davvero sorprendente, evidentemente un eufemismo, che i vertici dell’Ordine campano abbiano deciso di assegnare a

Enzo Colimoro
Colimoro la delega per i rapporti con la Federazione della stampa, con l’Inpgi e con la Casagit. Ma il gruppo che orienta e governa l’Ordine, a cominciare da Ottavio Lucarelli e Carlo Verna, non si preoccupa granché dell’immagine della categoria oltre il Garigliano e sa per esperienza che ciò che si combina nella repubblica partenopea a Roma non interessa, a meno che non crei fastidi diretti alle strutture nazionali. Rimarrebbe in piedi un problema di coerenza ma Verna ha dimostrato negli anni che si può avere una linea nella capitale e una diversa a Napoli e può quindi concentrarsi sul nuovo consiglio dell’Ordine nazionale convocato a Roma dal 25 al 27 ottobre al quale si presenta come favorito per la carica di presidente.