Caltagirone si prepara
per le elezioni politiche

MANCANO SETTE MESI, giorno più giorno meno, alle elezioni politiche e Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore, editore, banchiere e altro ancora, accelera la sistemazione delle truppe. Nel settore quotidiani sta piazzando le cannoniere della sua corazzata, il Messaggero: il 3 settembre sono stati assunti due vice direttori, Osvaldo De Paolini e Giancarlo Laurenzi, che vanno ad affiancare il direttore Mario Orfeo e i vice Stefano

Barigelli (vicario) e Alessandro Barbano.
Romano, quarantasette anni, da venti professionista, per dieci anni al Tempo, poi alla Stampa come responsabile dello sport, Laurenzi al quotidiano piemontese è via via salito di grado fino a diventare


Virman Cusenza e Mario Orfeo

vice direttore, incarico che lascia nell’aprile del 2010 quando accetta l’offerta di Caltagirone di guidare Leggo, il free press del gruppo, poltrona che ora viene affidata ad Alvaro Moretti. De Paolini è nato nel dicembre del 1950 a Castelvisconti, in provincia di Cremona, ed è professionista dal 1980. “Ha lavorato al Sole24Ore – ricorda una nota del Gruppo Caltagirone - dove ha fondato il dorso ‘Finanza&Mercati’; già vicedirettore de Il Giornale, nel 2001 ha fondato il gruppo Editori PerlaFinanza dove ha assunto la direzione del quotidiano economico Finanza&Mercati. Dal 2007 ad oggi ha ricoperto il ruolo di direttore di Mf-Milano Finanza, quotidiano economico del gruppo Class Editori”. “L’arrivo, a fianco del direttore Mario Orfeo, di De Paolini e Laurenzi, - continua la nota - professionisti che hanno ricoperto incarichi di direzione di importanti quotidiani nazionali, si inserisce nel piano di rafforzamento de Il Messaggero che vedrà anche, nell’ultimo trimestre dell’anno, il restyling grafico del giornale”.
Decisamente troppo asciutte le note biografiche dell’editore su De Paolini che da un quarto di secolo è uno dei giornalisti meglio inseriti nell’intreccio di fili che collega economia, finanza e politica. È comprensibile il silenzio sulla vicenda Lombardfin, che nel 1993 lo vide coinvolto da redattore capo del Sole24ore insieme ad altri giornalisti tra i quali il direttore del Sole Gianni Locatelli (per De Paolini ci fu la radiazione inflitta dall’Ordine lombardo presieduto da Franco Abruzzo, provvedimento ribaltato dall’Ordine nazionale e confermato invece dalla prima sezione civile Corte d’appello di Milano, presieduta da Umberto Loi; infine il sigillo della Cassazione che dichiarò la prescrizione), ma una presenza tanto ingombrante non può che


Raffaele Del Noce e Massimo Garzilli (*)

sollecitare interrogativi e interpretazioni.
“Non si tratta di un semplice movimento professionale: - scrive Marcello Zacchè sul Giornale del 7 settembre - De Paolini, primo capo della sezione finanziaria del Sole 24 Ore di Gianni Locatelli nei ruggenti anni

Ottanta, allora chiacchierato per la spregiudicatezza del suo giornalismo, ex direttore di Gente Money, vice del Giornale e cofondatore di Finanza & Mercati, è uno dei più esperti conoscitori e interpreti degli umori della finanza nazionale, dei rapporti con politica e dei più bizantini e infidi meccanismi di trasmissione tra questa e quella”. E quindi avanza due ipotesi: un investimento massiccio nel settore economia con il varo di un dorso da distribuire attraverso tutti i quotidiani di Caltagirone; un interesse dell’editore siculo-romano a diventare socio del gruppo Class, creatura di Paolo Panerai. “Se Francesco Gaetano Caltagirone, - scrive ancora Zacchè - editore del Messaggero, ma anche del Gazzettino e del Mattino (e del Corriere Adriatico e del Quotidiano di Puglia, ndr), ha scelto De Paolini, è perché intende dotare il primo quotidiano romano, anche in vista delle elezioni del 2013, di un peso massimo in economia e finanza. Entrambi settori che Caltagirone presidia: il primo con le attività di costruzioni, il secondo con il 2% di Generali (di cui è vicepresidente) e poco meno in Unicredit. La nota vicinanza politica con l'Udc di Pier Ferdinando Casini (che ha sposato la figlia Azzurra) completa un quadro nel quale una maggiore presenza dei giornali del gruppo, anche in chiave pubblicitaria, su rapporti e temi economici e finanziari diventa strategica. Per questo sembra che ci sia dell'altro: l'ingresso di Caltagirone Editore, con una quota di minoranza, nel capitale del gruppo Class, quotato in Borsa ed editore, tra l'altro, di Mf-Milano Finanza”.
Per il Messaggero, così come per il Mattino, non c’è ancora la firma del

ministero del Lavoro per il decreto sullo stato di crisi biennale sottoscritto il 23 aprile da azienda e cdr (con l’eccezione di Fabio Morabito, che si è poi dimesso) e il 7


Azzurra Caltagirone e Pier Ferdinando Casini a Capri

maggio in sede ministeriale insieme a Fieg e Fnsi. E visto che lo stato di crisi non c’è ancora l’azienda ha operato in questi mesi una serie di assunzioni: prima di De Paolini e Laurenzi, sono arrivati alla redazione internet, con contratto a termine dalla scuola di Perugia, Fabrizio Angeli; da Leggo il capo redattore Gianluca Perino, il capo servizio Michele Galvani, i redattori ordinari Francesco Olivo e Riccardo Tagliapietra. Per fare chiarezza sulla linea contraddittoria del management del Messaggero (stato di crisi e insieme assunzioni) il comitato di redazione (Luca Cifoni, Jacopo Orsini, Claudio Marincola) ha convocato un’assemblea per il 19 settembre.
Ma se Roma rafforza l’organico, nelle colonie non si va nella stessa direzione. Al Mattino, guidato da Virman Cusenza, lo stato di crisi doveva partire il primo giugno; i rallentamenti ministeriali con eventuale scivolamento dell’avvio della crisi all’autunno consentirebbero di allargare la platea dei prepensionandi. Dai dieci già individuati si salirebbe a dodici, con l’inserimento di Lello Venezia (che festeggia cinquantotto anni il primo settembre 2013) e Daniela De Crescenzo (il 2 ottobre 2013). Intanto il 26 agosto ha compiuto sessantacinque anni e ha lasciato via Chiatamone il capo del personale Raffaele Del Noce, che dalla seconda metà degli anni Novanta, in tandem con il direttore amministrativo Massimo Garzilli


Fabio Morabito, Giovanni Santorelli e Lello Venezia

(formalmente in pensione dal gennaio 2008, in realtà saldamente ancorato alla sua scrivania), è stato il dominus della gestione del Mattino. Per la sua uscita dal giornale dopo diciassette anni di lavoro nessun saluto

ufficiale, ma soltanto una mail di tre righe ai dipendenti. Ed ecco qualche notizia su Del Noce tratta dalla sua biografia: avvocato, esordi professionali nel 1974 alla Fmi Mecfond come responsabile delle relazioni industriali, poi nel 1981 al gruppo Agusta e dal 1989 alla Bsn Danone; nel 1995 l’approdo al Mattino come capo del personale, incarico affiancato dal 2001 al 2004 dalla presidenza del consiglio d’amministrazione dell’Alfa editoriale, la società che editava il Nuovo Quotidiano di Puglia.
Chi prenderà il posto di Del Noce? Se viene scelta una soluzione interna in pole position ci sono l’addetta alla gestione del personale Cristiana Foli e il responsabile dei rapporti sindacali Giovanni Santorelli; appena un passo indietro Fabio Rizzo che si occupa dell’amministrazione. Restano però in piedi altre due ipotesi, in linea con le scelte risparmiose dell’azienda. La prima prevede la soppressione dell’incarico, affidando anche via Chiatamone a Fabio Esposito, capo del personale del Messaggero. La seconda lascerebbe scoperta la casella in attesa che a fine anno scada il contratto di consulenza di Garzilli, per individuare poi un nuovo manager che si occupi della direzione amministrativa e dei rapporti con il personale.


(*) Dal calendario 2003 del Mattino