Cosa è una vita, fosse anche quella dura “da mediano” cantata da Ligabue, rispetto all’eternità? Un battito di ciglia, nulla più. E otto mesi, poi? Il tempo di un furtivo tackle a centrocampo, di quelli che resero celebri e consegnarono al gradimento di Brera e di Eupalla i ruvidi Tagnin e Furino. Eppure tanto poco è bastato per capire cosa non va nella giungla del giornalismo regionale.
Il 'neo' presidente dell’Unione cronisti napoletani, Renato Rocco, componente del precedente consiglio e tra qualche settimana al traguardo del primo anniversario dell’incoronazione, in soli 250 giorni (tackle più tackle meno) ha focalizzato il problema e ha messo nero su bianco il suo pensiero in una relazione tutta da leggere.
Rocco ha detto: “C’era e c’è ancora molto da fare per questa categoria. In questi ultimi anni c’è stato un progressivo sfilacciamento tra vertice e base”. E non è male come attestato di stima nei confronti del passato (cioè di Maurizio Cerino, suo predecessore). Ma forse è colpa delle altre province campane, come al solito un po’ troppo spocchiosamente “distaccate”.
E ancora: “La cosiddetta “Mastella” , iniziativa dell’omonimo ex ministro della Giustizia ( che sia la sorella? O comunque una di Ceppaloni), con divieto di pubblicazione delle intercettazioni, il rapporto con le istituzioni e con le fonti istituzionali (e quale è la differenza?), leggi uffici stampa, i cui responsabili non sono giornalisti (oppure qualche volta sono tanto giornalisti da essere dipendenti di un’altra testata), spesso vivace… Sono argomenti da troppo tempo all’ordine del giorno. Di questi problemi bisognerebbe parlare a lungo e con approfondita attenzione. Ma ne abbiamo parlato già troppo”.
Giusto, non parliamone più.
La relazione di Rocco non contiene numeri, se non quel riferimento agli otto mesi trascorsi dall’insediamento del consiglio direttivo dei cronisti.
Eppure i numeri hanno una magia, un fascino esoterico, suggestivo e inquietante.
Ne buttiamo uno lì, nella fiduciosa speranza che venga inserito tra gli argomenti di cui è inutile parlare ancora e nella certezza che quando leggerete queste righe sarà già lievitato: 1085. Cosa sarà mai? Il numero di giorni senza contratto giornalistico. Sono appena tre anni. Un battito di ciglia, un tackle, al massimo il tempo di una testata (non registrata) di Zinedine Zidane.
|