Ordine, archiviata
la denuncia di Corsi

IL 4 MAGGIO il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Bruno Tucci ha inviato una raccomandata all’Ordine della Campania per comunicare l’archiviazione della denuncia presentata nello scorso novembre da Ermanno Corsi, consigliere ed ex presidente dell’Ordine campano, contro Ottavio Lucarelli, presidente in carica dal giugno 2007.
Corsi accusava Lucarelli di avere portato a un passo dall’approvazione una ventina di pratiche di aspiranti pubblicisti “assolutamente prive della necessaria documentazione ”; e va ricordato che tra i venti richiedenti c’era il parlamentare di Forza Italia Luigi Cesaro, candidato, con i favori del

pronostico, alla presidenza della Provincia di Napoli alle elezioni del 6 e 7 giugno. Scoperto l’inghippo e bloccate le iscrizioni, Corsi aveva accusato Lucarelli di avere prima cancellato dalle singole cartelle la sua firma e l’ok all’approvazione e quindi di avere distrutto le


Ermanno Corsi e Ottavio Lucarelli

prove. Accuse gravissime che, su designazione dell’Ordine nazionale, sono state esaminate dall’Ordine del Lazio (con il presidente Tucci, ne fanno parte il vice Gino Falleri, il segretario Filippo Anastasi, il tesoriere Claudio Rizza e i consiglieri, Ignazio Ingrao, Daniele Mastrogiacomo, Federica Sciarelli, Maria Francesca Genco e Franco Rosati), che il 20 aprile ha deciso per l’archiviazione. Non sono note le motivazioni, ma è sufficiente la decisione per dire che Tucci e i suoi sembrano avere imboccato una sorta di terza via, mentre per questa vicenda le strade possibili sono soltanto due.
La prima: Corsi denuncia fatti veri; gli Ordini dei giornalisti, il nazionale e i regionali, sono enti di diritto pubblico, e Tucci lo ricorda persino nella carta intestata dell'Ordine del Lazio; quindi i fatti segnalati configurano una precisa ipotesi di reato, il falso per soppressione previsto dagli articoli 476 e 490 del codice penale, con pena che va da uno a sei anni di reclusione. Ma Tucci, d’accordo con il consiglio dell'Ordine, ha scartato questa ipotesi perché scrive a Lucarelli che dall’istruttoria “non è emerso alcun elemento attestante violazione dell’attuale legge sull’ordinamento della professione o dei precetti fissati dalla Carta dei doveri del 1993”.
Rimane la seconda via: Corsi scrive cose non vere e quindi si deve aprire nei suoi confronti un procedimento disciplinare perché sarebbe responsabile di una calunnia grave; anche in questo caso siamo all’interno del codice penale: articolo 368, con pena da due a sei anni di reclusione.
Che farà ora Bruno Tucci? E che cosa farà Ermanno Corsi?