Ponte del primo maggio. A Ischia c’è aria di vacanza, il clima è mite, imperversano i turisti.
Al cimitero di Forio c’è solo il povero M.A., becchino di turno, impegnato a “preparare la fossa”. Probabile che i suoi pensieri siano rivolti a un destino beffardo che gli ha
dato un’esistenza non proprio da vip. Armato degli strumenti del mestiere
prepara l’estrema dimora per un imminente arrivo.
Ma leggiamo la cronaca del quotidiano Il Golfo: il pietoso ufficio all’improvviso si
interrompe, scatta qualcosa nel cervello di M.A., forse quando vede sopraggiungere il
corteo funebre scortato (come è d’uso nei piccoli centri) dai vigili urbani D’Aiello, Zollo
e Caruso (il redattore non comunica i nomi di battesimo, ma forse è superfluo perché in
paese ci si conosce tutti). Il becchino impugna la pala e inizia a minacciare i presenti.
Arriva l’ambulanza con gli operatori sanitari (non menzionati). “Non è stato facile né per gli operatori sanitari, coordinati dalla dott.ssa Esposito, né per gli stessi vigili, in tutto otto persone, ricondurre alla calma l’uomo,in preda a una violenta crisi di nervi.”.
Alla fine, però, M.A. depone l’arma impropria che brandisce pericolosamente e viene accompagnato all’ospedale Rizzoli. Fin qui la cronaca di Gennaro Romano. In redazione impaginano l’articolo secondo il principio che il lettore deve sentire vicino il proprio giornale di riferimento: senza fronzoli, diritti al cuore del problema. E così il titolo d’apertura a tutta pagina de Il Golfo del 3 maggio è “Il becchino: Vi pigl’ ca’ pala…”, con la foto di un addetto ai servizi cimiteriali che scava una fossa. Vicini alle realtà locali, vicini alle esigenze della gente. Forse era questo che intendeva il direttore de Il Mattino Mario Orfeo quando, ai primi di aprile, ha presentato il piano di ristrutturazione del giornale, chissà perché bocciato dalla redazione. |