Caro direttore,
dopo sedici anni di vita (così dice la gerenza), il Denaro ha finalmente la rappresentanza sindacale; c’è però un fiduciario, Sergio Governale, quando, come ha certificato Iustitia, l’organico è largamente superiore ai dieci redattori e quindi va tutelato da un comitato di redazione. Pare ci fosse una folta commissione elettorale formata da sei persone: il capo redattore Enzo Agliardi, Antonella Autero, Serena Azzolini, Giovanni Capozzi, Adele Pinto e Angelo Vaccariello, le cui firme sono in calce alla comunicazione su Governale fiduciario inviata all’Assostampa; la commissione però non è riuscita neanche a controllare il numero di giornalisti in organico. Ma forse l’editore-direttore Alfonso Ruffo teme che, eleggendo il cdr, tre persone potrebbero trovare il coraggio di chiedere il rispetto integrale del contratto di lavoro in un quotidiano che incassa ogni anno qualche milione di euro di finanziamento pubblico.
Il risultato è Ruffo che può sbandierare il suo sindacalista e una redazione silente per quieto vivere e paura; ma a che serve l’Assostampa se non interviene neanche di fronte a violazioni contrattuali macroscopiche?
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